Bollettino ADAPT 26 maggio 2025, n. 20
Contrattazione collettiva
Diversi sono i rinnovi contrattuali degni di nota delle ultime due settimane. È del 20 maggio il rinnovo del Ccnl Edilizia Artigianato firmato dalle sigle sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil con le datoriali di Anaepa Confartigianato, Confapi Aniem, Claai costruzioni, Cna costruzioni. L’accordo prevede un aumento di 178€ sui minimi al primo livello nel comparto artigiano per oltre 400mila lavoratori del settore e 50mila imprese. (qui la comunicazione da Filca-Cisl)
Dopo 18 mesi di trattative, è stata firmata il 22 maggio l’ipotesi di rinnovo del Ccnl per la Mobilità/Attività ferroviarie firmata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa Ferrovie con Agens e accompagnata dall’ipotesi di rinnovo del contratto aziendale di secondo livello del Gruppo FS. Entrambi i contratti erano scaduti a fine 2023. Il nuovo contratto riguarda oltre 90mila lavoratori e prevede un aumento medio di 230€ mensili, in tre tranche tra giugno 2025 e giugno 2026 e una tantum di 1000€. (fonte) In una nota, la società indica come elemento qualificante il rafforzamento del sistema di welfare aziendale, l’adeguamento dei regimi di orario e organizzazione del lavoro e l’istituzione di una commissione paritetica per innovazione e intelligenza artificiale. (fonte)
Il 16 maggio è stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale degli addetti agli impianti di trasporto a fune. Il contratto, rinnovato il 30 aprile 2025 a un mese dalla sua scadenza, interessa circa 15.000 tra lavoratrici e lavoratori, ed è stato sottoscritto da Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Savt con Anef, l’associazione datoriale di riferimento. L’intesa sarà illustrata in incontri con lavoratori e lavoratrici nelle prossime settimane. (qui le comunicazioni di Filt-Cgil e Fit-Cisl)
Il 19 maggio è stata trovata un’intesa tra Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e la Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari) sul nuovo Ccnl applicato ai circa 60 mila dipendenti di Agenti immobiliari, mandatari a titolo oneroso e mediatori creditizi. L’aumento sui minimi contrattuali sarà di 200€ al livello medio e prevede anche un’una tantum di 200. C’è intesa anche su miglioramenti sul fronte normativo e sull’istituzione di una commissione paritetica sulle pari opportunità. (fonte Fiaip)
Altri tavoli rimangono invece aperti. È questo il caso della trattativa per il rinnovo del contratto Farmacie Private. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs dichiarano che la trattativa con Federfarma si è interrotta in ragione della proposta di incremento salariale di sole 120 € formulata dalla stessa Associazione. Le organizzazioni sindacali sottolineano come la questione dell’aumento salariale sia stata al centro degli ultimi incontri con la controparte datoriale, che non ha manifestato intenzioni di andare incontro alla loro proposta, mantenendo il punto su una cifra giudicata dalle associazioni sindacali troppo modesta per coprire un intero triennio di vigenza contrattuale. (qui la comunicazione di Fisascat Cisl)
Prosegue anche la trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il settore scuola 2022-24 che interessa una platea di circa 1,2 milioni di lavoratori tra docenti, dirigenti e personale Ata. Il confronto tra i sindacati e l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) si sposta ora sull’inserimento dei voucher per i pasti, ma le posizioni restano distanti. (fonte) Sempre Aran è stata coinvolta anche nella riunione, tenutasi giovedì 22 maggio, per il rinnovo del contratto 2022/2024 del personale di Regioni ed enti locali, che si è però conclusa con un nulla di fatto. Sono emerse tensioni fra il ministro per la PA Paolo Zangrillo e Cgil e Uil per i termini sul rinnovo ed è stato convocato un nuovo tavolo per il 10 giugno. (fonte)
Giovedì 22 maggio si è tenuto uno sciopero dei lavoratori della sanità privata e delle Rsa, ai fini dello sblocco del contratto collettivo nazionale della sanità privata Aiop e Aris (fermo da 6 anni) e per l’avvio della trattativa del contratto unico delle Rsa (fermo da 13 anni). Lo sciopero è sostenuto da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. (fonte)
Continuano gli scioperi per il rinnovo del Ccnl Metalmeccanici, il 15 maggio a Genova hanno manifestato i lavoratori di Abb, azienda internazionale con una sede a Sestri Ponente, dove sono impiegate circa 300 persone. Poli come Leonardo, Fincantieri e Ansaldo sono aperti alla contrattazione, mentre ABB sta bloccando il tavolo. L’ultimo rinnovo contrattuale dei metalmeccanici risale al 2021, la scadenza era nel 2024. (fonte) Fim-Fiom-Uilm Nazionali hanno convocato per il giorno 20 Maggio una Assemblea Nazionale che si inserisce nella strategia di mobilitazione finalizzata alla ripresa delle trattative per il rinnovo Metalmeccanici, durante la quale sono state proclamate altre 8 ore di sciopero, se non si arriverà a risposte entro maggio. (fonte)
Martedì 13 e mercoledì 14 maggio sono state raggiunte le intese per gli accordi sindacali per lo smart working nei gruppi Banco Bpm e Crédit Agricole Italia, sottoscritti dai rappresentanti delle imprese e da quelli di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin. (qui il comunicato Uilca)
Politica e rappresentanza
Il 14 maggio è stata approvata la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese. Si tratta di una legge di iniziativa popolare promossa dalla Cisl e approvata con 85 voti favorevoli, 21 contrari e 28 astensioni, che si propone di attuare l’articolo 46 della Costituzione. La legge prevede quattro forme di partecipazione dei lavoratori: la partecipazione gestionale, quella economica e finanziaria, quella organizzativa e quella consultiva. (qui il Comunicato Stampa Cisl) Per un approfondimento e un commento puntuale relativo alla legge, rimando all’instant book realizzato dai ricercatori ADAPT.
La Cgil ha sottolineato l’urgenza di una legge sulla rappresentanza per evitare il dumping contrattuale e fronteggiare il venir meno dell’unità sindacale. Il segretario Maurizio Landini si è poi espresso contrariamente alla legge sulla partecipazione recentemente approvata, in quanto non darebbe una vera attuazione all’articolo 46, ma consentirebbe un tipo di partecipazione unicamente nelle mani della volontà dell’impresa, facendo venire meno la volontà dei lavoratori. (fonte)
Prosegue lo scontro tra maggioranza e sostenitori del referendum dell’8 e 9 giugno promosso dalla CGIL. Nelle ultime due settimane, diversi leader politici hanno preso parola sia in merito ai temi dei quesiti che sul raggiungimento del quorum. Da destra, rimane l’indicazione di astensione – fatta eccezione per Noi Moderati (che è per il no) – fortemente criticata dal PD e dalla Cgil.
Secondo il sondaggio Ipsos, solo il 43% degli aventi diritto andrebbe a votare oggi. I temi sul lavoro raccolgono ampio consenso, ma l’affluenza prevista (32-38%) è troppo bassa per superare il quorum. Il quorum sembra lontano anche secondo un sondaggio Eumetra, effettuato per la trasmissione Piazza Pulita. Più dell’80% del campione intervistato dichiara di conoscere le date e i temi del referendum ma l’affluenza stimata è però molto bassa, attorno al 35% ben al di sotto del livello necessario. (fonte)
Al di là delle questioni di posizionamento politico relative ai referendum, emergono dai giornali anche i primi articoli che cercano di entrare nel merito dei quesiti. Su la Repubblica, una pagina di confronto fra la posizione di Boeri – che sostiene il sì sulla cittadinanza e il no sui quesiti sul lavoro – e quella di Granaglia e Mornioli – che sostengono il sì a tutti e 5 i quesiti. Su Il Fatto Quotidiano un articolo di Alessandro Genovesi sulle implicazioni del quarto quesito referendario per infortuni e morti sul lavoro. Anche Pietro Ichino su la Nazione si esprime sui quesiti, dichiarando che quelli sul lavoro promettono ciò che non possono dare, mentre esprime la volontà del sì per la cittadinanza.
In occasione dell’audizione del 13 maggio presso la Commissione Lavoro del Senato, i rappresentanti di Confartigianato Imprese e Cna hanno espresso una posizione contraria al salario minimo, sostenendo che rischi di indebolire i salari, aumentare la frammentazione contrattuale e compromettere il welfare contrattuale conquistato con anni di negoziazione. (fonte) Anche Confprofessioni, Confcommercio e Conflavoro sono uniti nell’opporsi all’introduzione di un salario minimo e nel puntare sulla contrattazione collettiva (fonte) Di opinione diversa Unsic: l’organizzazione ha sottolineato come l’introduzione di una soglia salariale per legge non debba tradursi in un irrigidimento dannoso per le realtà produttive, soprattutto le più piccole. (fonte)
Vicende associative
Il 15 maggio si è tenuta una tavola rotonda organizzata da Uila a Bari, a cui hanno partecipato Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil e Vincenzo Gesmundo, segretario generale Coldiretti. I temi affrontati spaziano da sfruttamento della manodopera e caporalato, agromafie, giusta transizione climatica e sociale, reciprocità negli accordi internazionali fino alla sicurezza sul lavoro. Associazione datoriale e sindacato hanno concordato sulla necessità di perseguire insieme azioni che vadano nella direzione di un cibo buono e giusto, realizzato nel rispetto dei lavoratori e attraverso lavoro sicuro, qualificato e giustamente retribuito. (fonte)
Sicurezza sul lavoro
Dopo l’attenzione emersa intorno al primo maggio alla sicurezza sul lavoro, continuano le riflessioni sul tema anche alla luce dei recenti dati. Secondo i dati Inail (rilevazione al 31 dicembre 2024) il 2024 si chiude con un aumento significativo delle morti sul lavoro (+4,7%) e una netta crescita delle malattie professionali. Diminuisce invece il numero totale degli infortuni sul lavoro (da 515.141 nel 2023 a 511.688 nel 2024il rischio di infortunio diminuisce, ma aumentano quelli con esito mortale. (fonte)
Quali sono i veri problemi degli incidenti sul lavoro? Secondo Massimo Balducci, già full professor allo European Institute of Public Administration di Maastricht, la causa è da ricercare nella mancanza di professionalità dei general e main contractors, nella mancanza di un sistema di formazione generalizzato ai “saper fare” concreti e caratteristici dei vari profili professionali, e nella mancanza di solide pratiche di onboarding. Tutti questi fattori danno luogo ad una cultura vaga e pressapochista che porta ad incidenti e bassa produttività (fonte)
Dopo l’incontro con i sindacati, il 20 maggio il governo ha convocato 33 organizzazioni datoriali per discutere di sicurezza sul lavoro in un vertice tra governo e datori di lavoro a Palazzo Chigi. In assenza della premier Meloni (ammalata), il vertice è stato presieduto da Alfredo Mantovano. Dal vertice emergono 3 principali punti: più formazione per i lavoratori, bonus per le aziende virtuose e più fondi a disposizione. Tra i temi affrontati: patente a punti, subappalti e soglie di accesso ai bandi Inail. (fonte)
È stata anche rilanciata dal governo l’idea di un protocollo condiviso sulla sicurezza, ispirato al modello anti-Covid del 2020. Anche Confindustria propone un patto con responsabilità condivise per ridurre le oltre 1000 morti sul lavoro annue, con attenzione particolare ai subappalti, indicati da ANAC come punto critico. Sono stati poi annunciati tavoli tecnici su: sicurezza in edilizia e agricoltura, formazione, emergenza caldo e sull’utilizzo dei 650 milioni stanziati per la sicurezza. (fonte)
Crisi aziendali
È di 4046 lavoratori totali la nuova richiesta di cassa integrazione straordinaria presentata ai sindacati metalmeccanici da Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con effetto immediato, un aumento di 1000 dipendenti rispetto alla cassa in corso fino a due settimane fa. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm hanno accusato l’azienda di aver avviato unilateralmente la comunicazione dei numeri della cassa integrazione. (fonte)
Dopo l’incendio del 7 maggio all’altoforno 1 dell’ex Ilva, sono iniziate le operazioni di salvaguardia dello stesso, ma che sembrano non essere state sufficientemente repentine per evitarne la compromissione definitiva, generando un’ulteriore botta e risposta tra Ilva e la procura di Taranto. Il 21 maggio si sono poi tenute 4 ore di sciopero nazionale, proclamate da Fim, Fiom e Uilm in tutti gli stabilimenti Ilva per chiedere azioni immediate al governo. Lo sciopero è avvenuto in concomitanza con la convocazione a Palazzo Chigi dei sindacati, chiesta proprio per affrontare la situazione del gruppo siderurgico Acciaierie d’Italia. L’incontro si è concluso però con un nulla di fatto e il vertice è stato riconvocato per lunedì 26 al ministero del Lavoro. (fonte)
Anche l’offerta economica di Baku Steel per la possibile cessione sembra subirà una forte riduzione a seguito dell’incidente che ha coinvolto l’altoforno 1. (fonte)
Dallo stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi sono arrivate le prime 8 uscite volontarie, a seguito di un accordo che prevederà 500 fuoriuscite grazie ad incentivi per favorire chi è prossimo alla pensione o desidera intraprendere nuovi percorsi lavorativi. Dalla Fiom-Cgil arriva un allarme per l’inesorabile disimpegno che porterebbe ad uno svuotamento della sede di Melfi. Di diversa opinione Fismic e Uglm che vedono gli incentivi all’esodo come un’opportunità. (fonte)
Maria Carlotta Filipozzi
ADAPT Junior Fellow