contrattazione collettiva

Cronaca sindacale (10 – 23 giugno 2025)

Cronaca sindacale (10 – 23 giugno 2025)

Bollettino ADAPT 23 giugno 2025, n. 24

 

Nei giorni tra il 10 e il 23 giugno, il panorama sindacale italiano è stato attraversato da importanti sviluppi nella contrattazione collettiva, mobilitazioni su scala nazionale e tensioni legate a crisi aziendali in vari settori. Tra i fatti più rilevanti, la firma della pre-intesa per il CCNL Sanità Pubblica e la sottoscrizione dell’ipotesi di accordo per le Cooperative Metalmeccaniche. Sul fronte industriale, si segnalano proteste, scioperi e vertenze aperte, dai metalmeccanici alla distribuzione elettrica, mentre continuano le preoccupazioni legate alla sicurezza sul lavoro. In parallelo, la politica sindacale si confronta con i risultati dei recenti referendum e con nuove nomine interne.

 

Contrattazione collettiva

 

Il 18 giugno si è conclusa la trattativa fra PA e Cisl FP per il rinnovo del Contratto collettivo sanità, arrivando alla firma della pre-intesa. Il Ccnl Sanità Pubblica non è stato sottoscritto da Fp Cgil e Uil Fpl che non avevano giudicato sufficienti gli aumenti previsti. (fonte) Il ministro Zangrillo in un’intervista a La Stampa aveva già criticato Cgil e Uil per l’ostruzionismo, considerando i 20miliardi stanziati per i contratti pubblici più che sufficienti. (fonte) (qui il testo dell’ipotesi di contratto)

 

È stato rinnovato il Contratto nazionale multiservizi per i dipendenti delle imprese di pulizia e servizi integrati, scaduto il 31 dicembre 2024. Confcooperative, Legacoop, Confapi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti firmano il rinnovo che coinvolge 600mila lavoratori e lavoratrici e prevede un incremento salariale complessivo di 215 euro. (fonte) è tuttavia da segnalare l’assenza della firma di ANIP, la federazione di settore del sistema Confindustria. Le organizzazioni datoriali e sindacali firmatarie hanno chiesto ad una commissione paritetica di analizzare l’attuale applicazione di questo contratto, che sembra essere utilizzato anche in dumping per coprire segmenti di attività e prestazioni lavorative presenti in altri contratti di settore. Su questa questione, l’articolo Ancora sul dumping contrattuale: nuovi spunti di riflessione dalla relazione della Commissione Garanzia Sciopero e dal rinnovo del CCNL pulizia / multiservizi dallo scorso Bollettino ADAPT.

 

È stata sottoscritta l’ipotesi di accordo tra Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Lega Coop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi AGCI Produzione e lavoro per il rinnovo del contratto collettivo nazionale delle cooperative metalmeccaniche. Il rinnovo riguarda circa 15.000 addetti e prevede aumenti minimi pari al 2% ogni anno. (qui il comunicato stampa unitario)

 

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno giudicato inadeguata la conferma da parte di Federfarma di soli 120 euro di incremento per i prossimi 3 anni per i contratti dei farmacisti dipendenti. I sindacati chiedono incrementi ancorati all’inflazione per i farmacisti, che hanno già dovuto aspettare 10 anni tra il 2011 e il 2021 per lo scorso rinnovo. (fonte)

 

È stata sottoscritta l’ipotesi di rinnovo della parte economica del Ccnl Lapidei e materiali da escavazione per circa 30mila lavoratori e lavoratrici del settore. È previsto un aumento di 240 euro al parametro intermedio. (fonte)

 

Dopo oltre due anni di trattativa, si è arrivati alla firma del contratto integrativo di OBI Italia, valido per 2.500 dipendenti. Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs si tratta di un concreto passo avanti nelle condizioni di lavoro, con un aumento del premio da 800 a 1000 euro per i contratti full-time e in misura proporzionale per i part-time. (fonte)

 

Venerdì 20 giugno è stata una giornata di scioperi in tutta Italia: le organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno proclamato ulteriori 8 ore di sciopero a livello nazionale con manifestazioni regionali, per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei Metalmeccanici, arrivando quindi ad un totale di 40 ore di sciopero dall’interruzione delle trattative al novembre scorso. (fonte) A Bologna il corteo di scioperanti è entrato in tangenziale, bloccandone il traffico. (fonte) All’indomani delle manifestazioni la ministra del Lavoro Marina Calderone ha chiamato al ministero i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm e Federmeccanica e Assistal per cercare un dialogo sul rinnovo del contratto. Nella giornata di sabato non si è raggiunto un accordo, ma c’è stata dimostrazione di apertura da entrambi i lati. (fonte)

In un’intervista a Il Foglio, Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl aveva accusato Federmeccanica di non voler tornare al tavolo del rinnovo del Ccnl Metalmeccanici per questioni politiche e non di effettiva impossibilità. (fonte) Nel frattempo sono arrivate da IndustriAll Europe e IndustriAll Global lettere di solidarietà e sostegno per l’azione sindacale del 20 giugno.

 

I lavoratori dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco (Napoli) hanno proclamato uno sciopero per protestare contro le condizioni climatiche insostenibili, di cui la Fiom Cgil denuncia i rischi per la salute e la sicurezza. (fonte)

 

Politica e rappresentanza

 

I referendum del’8 e 9 giugno non hanno raggiunto il quorum del 50% più uno dei votanti. Alle urne si sono recati solo il 30,6% degli aventi diritto. I quesiti sul lavoro hanno visto in media l’88% dì si, mentre il quinto quesito sulla cittadinanza si è fermato il 65,5% di voti favorevoli.  (fonte)

 

Per First Cisl la possibile fusione tra Unicredit e Banco Bpm potrebbe comportare un impatto territoriale ben più significativo di quanto finora paventato. Il coordinamento sindacale del Banco giudica la proposta avanzata da Unicredit alla Direzione generale Concorrenza insufficiente a cogliere le dimensioni del problema. La proposta comporterebbe la cessione di circa 209 sportelli (14% della rete). (fonte)

 

Il segretario nazionale di FenealUil, Stefano Costa e le segretarie nazionali Cristina Raghitta di Filca-Cisl e Giulia Bartoli Fillea-Cgil, hanno chiesto un incontro urgente alla Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone e ai presidenti delle Commissioni Salute e Sicurezza della Camera dei Deputati e del Senato, onorevoli Chiara Gribaudo e Celestino Magni, per affrontare il tema dei rischi da esposizione ad alte temperature per i lavoratori delle costruzioni. (fonte)

 

Si è tenuto il 19 giugno a Latina un incontro tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil con il Prefetto e i vertici provinciali di Inps, Inail, Inl, Asl, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza sul caporalato per rivendicare giustizia e piena applicazione degli strumenti di contrasto e prevenzione dello sfruttamento in agricoltura. L’incontro si è tenuto nel giorno del primo anniversario della morte di Satnam Singh, il bracciante agricolo abbandonato davanti all’ospedale di Latina con un braccio amputato e altre lesioni causate da un macchinario agricolo, e morto dopo due giorni di atroci sofferenze, il 19 giugno 2024. (qui il comunicato stampa unitario Fai, Flai e Uila)

 

Vicende associative

 

In questi giorni numerose conferme di segretari generali in Cisl: durante il VIII Congresso Fai, è stato confermato Onofrio Rota come Segretario nazionale della Fai Cisl (fonte); anche il VII Congresso  Femca Cisl ha riconfermato la segreteria, con Nora Garofalo a Segretaria Generale (fonte) e il congresso First Cisl ha riconfermato Riccardo Colombani. (fonte)

 

L’ex segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra, è il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il Sud. Sbarra ha dichiarato che entrerà nel governo come indipendente. (fonte)

 

Infortuni sul lavoro

 

Da un’indagine di Manageritalia su oltre 900 manager emerge che la priorità del lavoro in Italia è la sicurezza, non solo da un punto di vista normativo ma anche di responsabilità collettiva. Gli altri bisogni impellenti sono flessibilità e benessere lavorativo. (fonte)

 

Il 13 giugno i sindacati e le associazioni datoriali si sono incontrati con la ministra del lavoro Marina Calderone per discutere una bozza di decreto relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro, che, nei piani della ministra, dovrebbe vedere la luce entro luglio. Fra i punti affrontati: estensione della tutela assicurativa per personale scolastico e studenti a decorrere dall’anno accademico 2025-2026, finanziamento di Inail a interventi di formazione aggiuntiva sulla prevenzione e a campagna informative e formative. (fonte) In una dichiarazione ad Avvenire, Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl, si dichiara soddisfatta dell’incontro, che ha messo in primo piano i temi ritenuti centrali dal sindacato e durante il quale si è registrata una certa apertura sul patto sociale sia da parte del governo che da Confindustria. (fonte)

 

Crisi aziendali

 

Il 6 giugno, dalle 8.30 alle 10.30, i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento AMMANN di Bussolengo hanno scioperato e manifestato davanti alla sede di Confindustria Verona. La protesta è contro la direzione aziendale, che si rifiuta di partecipare a un incontro convocato dalla Regione e dalla Fiom per l’11 giugno, nonostante la vertenza sia aperta da oltre un mese. I manifestanti chiedono il ritiro dei 64 licenziamenti previsti e lo stop alla delocalizzazione in Turchia. Denunciano inoltre la scarsa collaborazione di Confindustria, accusata di sostenere le scelte della multinazionale svizzera a discapito dell’economia locale e delle famiglie coinvolte. (fonte)

 

Continuano le tensioni e le mobilitazioni a Prato, dove l’imprenditoria cinese sta cedendo alle richieste dei Cobas che chiedono condizioni di lavoro migliori per i lavoratori – per la maggior parte pachistani – che lavorano nei capannoni dell’industria tessile. L’azione sindacale ha portato all’ottenimento di accordi per ridurre l’orario lavorativo a 8 ore e 5 giorni settimanali, nonostante l’assenza dei sindacati più rappresentativi. (fonte)

 

Sono state proclamate due giornate di sciopero presso la Manifattura San Maurizio, azienda del gruppo Max Mara a seguito delle denunce delle lavoratrici dell’azienda, circa 220 addetti per la stragrande maggioranza donne. La Filctem-Cgil ha proclamato questo sciopero per denunciare condizioni di lavoro inaccettabili. (fonte)

 

La trattativa con Baku Steel per la vendita di Acciaieria d’Italia non si è conclusa entro i tempi previsti: il governo stanzierà all’ex Ilva nuove risorse (200 milioni) tramite decreto, per farla continuare a vivere fino alla vendita. Dopo i commenti del governo sul fatto che Baku non sia più l’unica opzione in vista, sono arrivati da Rocco Palombella di Uilm e Michele De Palma di Fiom-Cgil dubbi sulle trattative con l’azienda azera. (fonte)

 

Stellantis ha comunicato ai sindacati l’avvio della procedura di licenziamento collettivo con incentivo all’esodo su base volontaria per 610 lavoratori tra Mirafiori e l’aria torinese. Lo scorso anno avevano aderito alle uscite incentivate già un migliaio di lavoratori dell’area di Torino. (fonte)

 

Dopo le dichiarazioni positive dello scorso 27 maggio del ministro delle imprese Adolfo Urso è arrivata l’ufficialità del cambio di proprietà dell’azienda La Perla, ora di proprietà di Peter Kern, ex dirigente di Expedia e produttore di Brunello a Montalcino. (fonte)

 

Il 12 giugno è avvenuto l’incontro fra le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil con i vertici Ericsson presso il ministero del Lavoro per discutere la procedura di licenziamento collettivo di 132 dipendenti. Le posizioni di azienda e sindacati sono risultate inconciliabili. (fonte)

 

Studi e ricerche

 

Il servizio Stato sociale, Politiche economiche e fiscali della Uil ha condotto uno studio comparativo sui temi previdenziali italiani ed europei, da cui emergono dati interessanti. L’età legale di pensionamento è tra le più alte d’Europa (67 anni) e destinata a crescere, in quanto legata all’aspettativa di vita. Inoltre, gli assegni di pensione risultano inadeguati. La Uil chiede di riaprire il confronto con il governo sulla previdenza. (qui l’analisi)

 

Maria Carlotta Filipozzi

ADAPT Junior Fellow

@MCFilipozz

 

Ancora sul dumping contrattuale: nuovi spunti di riflessione dalla relazione della Commissione Garanzia Sciopero e dal rinnovo del CCNL pulizia / multiservizi

Ancora sul dumping contrattuale: nuovi spunti di riflessione dalla relazione della Commissione Garanzia Sciopero e dal rinnovo del CCNL pulizia / multiservizi

Bollettino ADAPT 16 giugno 2025, n. 23

 

Anche la relazione annuale della Presidente della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici, professoressa Paola Bellocchi, presentata a Palazzo Montecitorio lo scorso 12 giugno a margine della pubblicazione della relazione sulla attività svolta dalla Commissione nel corso del 2024, ci offre una preziosa occasione per tornare a parlare di dumping contrattuale e di contratti c.d. pirata, espressione quest’ultima sdoganata anche sul piano tecnico, come sottolineato in un precedente contributo, dalla magistratura (G. Piglialarmi, M. Tiraboschi, I contratti c.d. “pirata”: dal Tribunale di Roma un importante chiarimento, in Bollettino ADAPT del 9 giugno 2025, n. 22). Perché la contrattazione c.d. pirata impatta non solo sui trattamenti economici e normativi dei lavoratori, ma anche sul corretto funzionamento del nostro sistema di relazioni industriali (partendo dai perimetri contrattuali sino ad arrivare alla erogazione di servizi per lavoratori e imprese tramite fondi e organismi bilaterali) e, conseguentemente, sulla conflittualità del lavoro.

 

Il fenomeno riguarda certamente le sigle minori e prive di requisiti minimi di rappresentatività. Fenomeni di dumping si alimentano tuttavia anche all’interno dei sistemi contrattuali più rappresentativi. Secondo la Commissione di garanzia, lungo la filiera dei servizi per l’igiene ambientale o dei servizi ospedalieri ove si fa ampio ricorso alle esternalizzazioni (tramite appalti e subappalti), non poche imprese utilizzano CCNL con un ambito di applicazione trasversale – tra i quali spicca proprio il CCNL servizi di pulizia, servizi integrati / multiservizi – che alimentano meccanismi di concorrenza al ribasso. Da qui derivano anomalie e crescenti conflittualità rispetto all’utilizzo improprio di questo contratto collettivo.

 

È pertanto di grande rilievo la scelta compiuta dalle organizzazioni datoriali e sindacali in occasione del rinnovo del CCNL pulizia / multiservizi dello scorso 13 giugno 2025 (senza però la firma di ANIP, la federazione di settore del sistema Confindustria) che affidano a una apposita commissione paritetica il compito di affrontare il nodo della attuale applicazione di questo contratto, utilizzato talvolta in dumping per coprire (a minor costo) “segmenti” di attività e prestazioni lavorative presenti in altri contratti di settore (si veda, con riferimento al rinnovo del 2021, G. Piglialarmi, Il rinnovo del CCNL Multiservizi e l’occasione mancata per gestire il dumping interno, in Bollettino ADAPT 19 luglio 2021, n. 28). Scopo della commissione sarà quello di pervenire a «un dimensionamento più stringente della sfera di applicazione del contratto con, al termine dei lavori la conseguente riduzione delle attività individuate ed analizzate della sfera di applicazione» (così l’art. 1, rubricato Sfera di applicazione, dell’accordo di rinnovo del contratto servizi di pulizia, servizi integrati / multiservizi che attualmente, secondo i dati dell’archivio nazionale dei contratti del CNEL, trova applicazione a oltre 10mila imprese e circa 400milla  lavoratori).

 

Ci pare questo un importante atto di responsabilità da parte degli attori (comparativamente) più rappresentativi del nostro sistema di relazioni industriali perché la lotta contro il dumping contrattuale e la contrattazione pirata è possibile solo attraverso un loro impegno diretto, che è poi il miglior terreno per il sindacato storico per (ri)trovare le ragioni dell’unità, accerchiati come sono da una miriade di soggetti che tradiscono il significato del fare sindacato almeno come pensato e tutelato dalla nostra Carta costituzionale.

 

Ed infatti questi contratti pirata non di rado tendono a diventare contratti “corsari” in quanto direttamente o indirettamente legittimati dalla politica e da atti amministrativi con il rilascio di codici e “patenti” pubbliche (si veda, recentemente, la Risoluzione n. 34/E della Agenzia delle entrate dello scorso 4 giugno 2025, avente per oggetto l’istituzione delle causali per il versamento, tramite modello F24, dei contributi all’INPS da destinare a enti bilaterali di sistemi minori che, a nostro personale avviso, non sono tuttavia riconducibili alla definizione di cui all’articolo 2, comma 1, lett., h) del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276).

 

Tra i settori più critici v’è indubbiamente il terziario di mercato dove si registrano una miriade di contratti collettivi ed enti bilaterali, pochi dei quali tuttavia riconducibili ai sistemi di contrattazione collettiva più rappresentativi sul piano comparato. Di questo settore ci siamo occupati nel corso degli ultimi cinque anni con una ricerca che ora è confluita nei due volumi “Fare contrattazione nel terziario di mercato – Effettività delle tutele e contrasto al dumping contrattuale”, attraverso cui cerchiamo di fornire un contributo di conoscenza sul fenomeno del dumping contrattuale e sugli effetti concreti che ne derivano.

 

La ricerca verrà presentata a Roma il prossimo 17 giugno nell’ambito di una tavola rotonda su “Tutele del lavoro, retribuzioni e dumping contrattuale. Il caso del terziario di mercato”, che vedrà la partecipazione di Paolo Andreani (Uiltucs UIL), Davide Guarini (Fisascat CISL), Fabrizio Russo (Filcams CGIL), Mauro Lusetti (Confcommercio).

 

Come ricercatori restiamo a disposizione di federazioni di categoria e associazioni territoriali per nuove ricerche sul fenomeno del dumping contrattuale e della contrattazione pirata, forti della consapevolezza che la conoscenza del fenomeno impone uno stretto confronto e dialogo con gli attori della rappresentanza.

 

Giovanni Piglialarmi

Ricercatore Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

ADAPT Senior Fellow

@Gio_Piglialarmi

 

Michele Tiraboschi

Università di Modena e Reggio Emilia

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Cronaca sindacale (26 maggio – 9 giugno 2025)

Cronaca sindacale (26 maggio – 9 giugno 2025)

Bollettino ADAPT 9 giugno 2025, n. 22

 

Contrattazione collettiva

 

Anche nelle scorse due settimane si sono succeduti numerosi avvenimenti degni di nota tra rinnovi e scioperi. Il 23 maggio è stato rinnovato il Ccnl per il settore del Noleggio Autobus con Conducente e le relative attività correlate. Ne danno notizia in una nota unitaria Filt CgilFit-CislUiltrasportiFaisa Cisal e Ugl Fna che hanno firmato l’accordo con l’associazione datoriale Anav. L’intesa riguarda circa 20.000 lavoratori, prevede un aumento tabellare di 200 euro e un importo una tantum di 600 euro erogato in due tranche. (qui il comunicato stampa unitario)

 

Il 28 maggio è stato siglato il rinnovo del Ccnl della piccola e media industria alimentare 2024-2028, tra Fai-CislFlai-CgilUila-Uil e Unionalimentari Confapi che coinvolge circa 40.000 lavoratori e lavoratrici. Dal punto di vista economico è previsto un adeguamento salariale progressivo nel quadriennio, accompagnato dall’aumento del contributo a carico delle imprese per la previdenza complementare. (qui il comunicato Confapi)

 

Il 4 giugno è stato firmato da Filt-Cgil, Uil trasporti e Ugl trasporto aereo con Assaeroporti e Aeroporti 2030 il Ccnl del trasporto aereo, parte specifica per il periodo 2025-2027. Manca invece la firma di Fit-Cisl, secondo cui la proposta contrattuale non garantisce aumenti salariali in linea con il costo attuale della vita e non tutela il potere d’acquisto degli stipendi, già fortemente erosi dall’inflazione. Gli aumenti economici sono di 210€ al 4° livello nel triennio 2025-2027. (qui il comunicato stampa condiviso da Cgil, Uil e Ugl)

 

Sono riprese il 27 maggio le trattative fra Aran e sindacati per il rinnovo del Ccnl sanità. Cisl, Nurisind e Fials sono favorevoli alla firma, Cgil, Uil e Nursing up giudicano invece insoddisfacenti le risorse finanziarie. (fonte) Se la trattativa non dovesse sbloccarsi a breve, il rischio sarebbe che il governo proceda con aumenti unilaterali.

 

Il 6 giugno è stato firmato il rinnovo della parte economica del Contratto collettivo specifico di Lavoro (Ccsl) di CNH Industrial, Ferrari, Iveco e Stellantis con Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic-Confsal, Uglm e Aqcfr per il biennio 2025-2026, manca invece la sottoscrizione di Fiom-Cgil. La firma è arrivata dopo 6 mesi di trattativa e coinvolge più di 60mila lavoratori. Si prevede un aumento salariale per il prossimo biennio del 6,6%, portando l’incremento dell’intero quadriennio 2023-2026 al 18,66%. L’obiettivo dei sindacati era quello di arrivare ad un aumento salariale dignitoso che potesse recuperare la perdita di potere d’acquisto. (qui il comunicato stampa unitario)

 

Il 3 giugno si è svolto online l’incontro per la sottoscrizione dell’ipotesi di Contratto Integrativo sulla retribuzione di risultato per il 2023/0224 per i dirigenti scolastici. La firma del CCNI era la condizione necessaria per l’erogazione della retribuzione di risultato e per il pagamento delle reggenze in riferimento all’a.s. 2023/2024. (fonte)

 

Fibercop (azienda nata dalla cessione della rete Tim) ha dichiarato di non voler dare seguito all’accordo sindacale sullo smart working che prevedeva un’alternanza fra lavoro in sede al 40% e lavoro da remoto al 60%. Da giugno l’azienda ha previsto il rientro in sede per 4 giorni alla settimana. Da Daniele Carachidi, Slc Cgil nazionale area tlc, arrivano forti critiche. (fonte)

 

Il 3 giugno si è tenuto uno sciopero nazionale di Poste Italiane, dichiarato da Cgil e Uil. Al centro della protesta, il piano di riorganizzazione aziendale dell’ad Del Fanta, l’esclusione dai tavoli negoziali dei sindacati, un peggioramento delle condizioni di lavoro e una distribuzione iniqua degli utili. Tra le richieste, più sicurezza sul lavoro, valorizzazione del personale e nessuna cessione di quote statali. (fonte) All’indomani dello sciopero, i numeri relativi all’adesione non sono chiari: Raffaele Roscigno – segretario generale Slp Cisl – dichiara che l’adesione si aggirerebbe intorno al 6,5%, numeri molto bassi che testimonierebbero il fallimento dell’iniziativa di Cgil e Uil. Altre fonti parlano invece di numeri più alti, che avrebbero portato ad un 20% di uffici postali chiusi. (fonte) Secondo Tg Poste l’adesione sarebbe invece intorno al 8,36% sul totale dei dipendenti di Poste Italiane e non si sarebbero registrare situazioni critiche relative ai servizi erogati. (fonte)

 

Rimane confermato lo sciopero di 8 ore proclamato per il 20 giugno da Fim, Fiom, Uilm, con manifestazioni regionali in tutta Italia, per sbloccare il rinnovo del Ccnl Metalmeccanici. (fonte)

 

Politica e rappresentanza

 

Continua il dibattito relativo ai referendum dell’8 e 9 giugno. Dalle varie testate arrivano commenti e analisi nel merito: su Lavoce.info un confronto fra Pietro Ichino e Franco Scarpelli. Scarpelli difende l’utilità di un ampliamento delle tutele, Ichino ne contesta l’efficacia e la coerenza normativa. Anche su il Bollettino ADAPT un confronto fra le opinioni di due professori di diritto del Lavoro: il Prof. Andrea Lassandari e il Prof. Arturo Maresca affrontano da due differenti prospettive i temi dei quesiti referendari.

 

Di nota anche l’articolo di Elsa Fornero su La Stampa, che passa in rassegna i 5 quesiti e che di fatto difende le riforme degli ultimi 30 anni relative al mondo del lavoro. (fonte)

 

Su Repubblica un’intervista e Landini, segretario generale Cgil, sui temi dei quesiti referendari. (fonte) La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che si recherà al seggio ma non ritirerà le schede: su il Corriere della Sera, un articolo spiega nello specifico quando un voto è valido, quando un elettore è conteggiato come votante – e quindi contribuisce al quorum – e quando invece no. (fonte)

 

Sembra sempre meno probabile il raggiungimento del quorum: la campagna per l’astensione della maggioranza sembra prendere piede e ha generato anche numerose riflessioni sull’istituto stesso del referendum e, in particolare, sulla possibilità di rivedere il numero di firme e il quorum. (fonte)

 

Oltre ai quesiti relativi al lavoro, al referendum dell’8 e 9 giugno si vota anche per il quesito sulla cittadinanza. Non è chiaro se un’eventuale vittoria del sì porterebbe a conseguenze anche relative al mondo del lavoro: secondo Marco Calvetto, presidente di Ipsia Acli, la cittadinanza darebbe maggiore potere contrattuale ai lavoratori. Per Alfonso Luzzi, presidente del Movimento cristiano lavoratori, non esiste invece un rapporto diretto fra cittadinanza e mondo del lavoro per i lavoratori stranieri. Anche per Gigi Petteni, presiente di Inas Cisl, il potere negoziale risiede nella contrattazione collettiva e non sarebbe impattato da un accorciamento dei tempi per la richiesta della cittadinanza. (fonte)

 

L’italiano Antonio Filosa è stato nominato nuovo amministratore delegato di Stellantis. Dalla Cisl arrivano parole positive della segretaria Daniela Fumarola e anche Rocco Palombella, segretario generale Uilm, esprime speranza che Filosa sia in grado di risollevare le sorti di Stellantis. Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e Ferdianndo Uliano (Fim-Cisl) spingono per un incontro sindacati-azienda a stretto giro. (fonte)

 

La CGIL ha inviato una lettera alla Commissione europea per chiedere il blocco dell’autorizzazione ai lavori del Ponte sullo Stretto di Messina, denunciando gravi criticità tecniche, ambientali e giuridiche. Secondo il sindacato, la relazione inviata dal governo italiano a Bruxelles non soddisfa i requisiti comunitari, in particolare per la mancata analisi di alternative e per l’incompletezza della valutazione ambientale. (fonte)

 

Continua il dibattito relativo alla legge sulla partecipazione della Cisl. In particolare, arrivano critiche da Vera Buonomo della Uil, che accusa la legge di depotenziare il ruolo della contrattazione collettiva. Anche la responsabile lavoro del PD Cecilia Guerra esprime un giudizio negativo per le stesse ragioni. (fonte)

 

Su LaVerità un’intervista del ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo che critica Cgil e Uil per l’impasse nei rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Infatti, per Landini e Bombardieri i 20 miliardi stanziati per il rinnovo del contratto degli statali non sono sufficienti. (fonte)

 

Vicende associative

 

Fissato per il 26 giugno un incontro fra i segretari delle tre principali sigle sindacali  Cgil, Cisl e Uil  e i vertici di Confindustria. I temi da affrontare sono gli incidenti sul lavoro, i contratti di produttività e di rappresentanza. (fonte) L’iniziativa è stata annunciata nel contesto dell’assemblea di Confindustria, dove il presidente Emanuele Orsini, in chiusura del suo discorso, ha proposto di lavorare a un Patto per affrontare alcune delle principali priorità economiche e sociali del Paese.

 

È notizia di questi giorni anche il rinnovo di Ferdinando Uliano alla guida della Fim Cisl. (fonte)

 

Crisi aziendali

 

Sembra essersi conclusa la crisi aziendale che ha coinvolto l’azienda di abbigliamento intimo La Perla. Il 27 maggio il Ministro delle Imprese Adolfo Urso ha dichiarato che è stata trovata una soluzione industriale per la crisi dell’azienda Bolognese. Il piano industriale prevede la riassunzione dei 210 dipendenti attuali – per la quasi totalità donne – e 40 nuove assunzioni, portando la forza lavoro a 250 unità. (fonte)

 

L’11 giugno è previsto un incontro a livello regionale tra Ammann Italy SpA, FIOM Cgil, Confindustria Verona e l’Assessorato al Lavoro del Veneto, con l’obiettivo di affrontare la procedura di licenziamento collettivo che riguarda 64 dei 157 dipendenti dello stabilimento di Bussolengo (Verona). La convocazione si inserisce in un contesto di forte tensione e crescente preoccupazione, sia tra i lavoratori che all’interno del tessuto economico locale. (fonte)

 

La situazione dell’ex Ilva rimane molti difficile, dopo che l’azienda azera Baku ha modificato l’offerta di acquisto a seguito dell’incendio avvenuto il 7 maggio scorso nell’altoforno 1 della sede di Taranto. La trattativa si è dunque complicata e permangono i problemi di liquidità e di produzione, che è ora ai minimi storici. (fonte) I sindacati sono convocati nel pomeriggio di lunedì 9 a Palazzo Chigi per affrontare la questione all’indomani delle comunali a Taranto. (fonte)

 

Studi e ricerche

 

Da Cgil Puglia arrivano dati preoccupanti sulla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici pugliesi, in seguito all’elaborazione condotta dall’Ufficio Economico della Cgil nazionale sui dati Inps relativi al 2023: mezzo milione di pugliesi ha un salario pari o inferiore a mille euro al mese. La media complessiva del salario annuo in Puglia è di 17.630 euro lordi, seimila euro sotto la media nazionale, ovvero sotto i 1.200 euro netti al mese. Inoltre, solo il 36% degli occupati pugliesi è soddisfatto dei suoi guadagni. (fonte)

 

Maria Carlotta Filipozzi

ADAPT Junior Fellow

@MCFilipozz

 

I contratti c.d. “pirata”: dal Tribunale di Roma un importante chiarimento

I contratti c.d. “pirata”: dal Tribunale di Roma un importante chiarimento

Bollettino ADAPT 9 giugno 2025, n. 22

 

Si parla molto, nel dibattito pubblico e in quello politico-sindacale, dei contratti c.d. “pirata” senza tuttavia quasi mai affondare il colpo per il timore, più o meno dichiarato, di entrare in un terreno minato (ai limiti della diffamazione) e dai confini incerti (cosa sono esattamente i contratti pirata?).

 

Di grande interesse, da questo punto di vista, è allora la recente ordinanza del Tribunale di Roma del 14 marzo 2025 emessa a conclusione di una causa promossa dalla  CISAL Comunicazione (Federazione Autonoma Lavoratori Comunicazione), ai sensi dell’art. 700 del Codice di Procedura Civile, ove si chiedeva al Tribunale di ingiungere alla SLC CGIL Roma e Lazio (Sindacato Lavoratori della Comunicazione della CGIL) di rimuovere il volantino dal titolo “QUEI BRAVI RAGAZZI ovvero CONTRATTO PIRATA CISAL PER I CALL CENTER”, pubblicato sulla bacheca elettronica della azienda FIBERCOP, trattandosi di una condotta gravemente diffamatoria e lesiva della reputazione della CISAL Comunicazione.

 

L’interesse per questa recente ordinanza è relativo proprio ai due profili sopra evidenziati e cioè il limite del diritto di critica sindacale e la precisazione del concetto di “contratto pirata”.

 

Sotto il secondo punto di vista, che è preliminare al primo, il Tribunale di Roma precisa ora che l’espressione “contratto pirata” è «locuzione sovente utilizzata in gergo tecnico per definire contratti non sufficientemente tutelanti per i lavoratori, a causa di carenze normative o economiche, solitamente stipulati da associazioni sindacali minoritarie al fine di costituire un’alternativa a contratti collettivi c.d. tradizionali» (corsivo nostro).

 

Chi scrive ha appena pubblicato una ricerca sistematica sul fenomeno nell’ambito del c.d. terziario di mercato, settore caratterizzato dalla presenza di oltre 250 contratti collettivi nazionali di lavoro molti dei quali sottoscritti da associazioni poco o nulla conosciute persino agli addetti ai lavori (G. Piglialarmi, M. Tiraboschi, Fare contrattazione nel terziario di mercato, vol. I e vol. II ADAPT University Press, 2025). In questa ricerca ci siamo limitati a precisare che “contrattazione pirata” è una espressione adoperata dai sindacati storici e più rappresentativi per indicare un fenomeno di concorrenza al ribasso che si concretizza attraverso la sottoscrizione di contratti collettivi da parte di associazioni sindacali e datoriali che non hanno radicamento nei contesti di lavoro del settore. Contratti il cui scopo originario è stato quello di definire un trattamento economico e normativo “più vantaggioso” per l’impresa che li applica e che, in tempi recenti, sono diventati sempre più la base giuridica per offrire, grazie al riconoscimento pubblico del codice contratto assegnato dal CNEL anche in assenza di una loro effettiva applicazione nella prassi delle relazioni di lavoro, servizi sul mercato a favore di imprese e lavoratori (G. Piglialarmi, M. Tiraboschi, Fare contrattazione nel terziario di mercato, ADAPT University Press, 2025, p. 57 e pp. 149-150).

 

Ora però la magistratura, nel riconoscere a questo concetto una valenza non solo “sindacale” ma addirittura “tecnica” fa un significativo passo in avanti confermando che la fattispecie sindacale si addice, su un piano giuridico, solo a chi tutela effettivamente gli interessi dei lavoratori. La Costituzione tutela il sindacato non in sé ma solo quando fa il suo mestiere che è quello della tutela dell’interesse collettivo dei lavoratori.

 

Tanto basta per negare il carattere diffamatorio all’impiego del concetto di “contratto pirata” che è correttamente utilizzato quando si vuole segnalare come dalla applicazione di un determinato contratto collettivo ne possa derivare una alterazione della corretta concorrenza tra imprese e lavoratori attraverso la riduzione delle tutele economiche e normative.

 

Del resto, il ricorrere alla querela piuttosto che documentare i vantaggi per i lavoratori di un determinato contratto collettivo è un evidente segno di debolezza per il sindacato indicato come pirata. Sindacato che ora ne esce decisamente indebolito in sé e in generale proprio perché questa controversa vicenda ha contribuito a sdoganare, anche in sede giurisprudenziale, e dunque a legittimare in termini di legittimo diritto di critica il ricorso alla espressione “contrattazione pirata”.

 

Giovanni Piglialarmi

Ricercatore Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

ADAPT Senior Fellow

@Gio_Piglialarmi

 

Michele Tiraboschi

Università di Modena e Reggio Emilia

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Cronaca sindacale (13 maggio – 26 maggio 2025)

Cronaca sindacale (13 maggio – 26 maggio 2025)

Bollettino ADAPT 26 maggio 2025, n. 20

 

Contrattazione collettiva

 

Diversi sono i rinnovi contrattuali degni di nota delle ultime due settimane. È del 20 maggio il rinnovo del Ccnl Edilizia Artigianato firmato dalle sigle sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil con le datoriali di Anaepa Confartigianato, Confapi Aniem, Claai costruzioni, Cna costruzioni. L’accordo prevede un aumento di 178€ sui minimi al primo livello nel comparto artigiano per oltre 400mila lavoratori del settore e 50mila imprese. (qui la comunicazione da Filca-Cisl)

 

Dopo 18 mesi di trattative, è stata firmata il 22 maggio l’ipotesi di rinnovo del Ccnl per la Mobilità/Attività ferroviarie firmata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa Ferrovie con Agens e accompagnata dall’ipotesi di rinnovo del contratto aziendale di secondo livello del Gruppo FS. Entrambi i contratti erano scaduti a fine 2023. Il nuovo contratto riguarda oltre 90mila lavoratori e prevede un aumento medio di 230€ mensili, in tre tranche tra giugno 2025 e giugno 2026 e una tantum di 1000€. (fonte) In una nota, la società indica come elemento qualificante il rafforzamento del sistema di welfare aziendale, l’adeguamento dei regimi di orario e organizzazione del lavoro e l’istituzione di una commissione paritetica per innovazione e intelligenza artificiale. (fonte)

 

Il 16 maggio è stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale degli addetti agli impianti di trasporto a fune. Il contratto, rinnovato il 30 aprile 2025 a un mese dalla sua scadenza, interessa circa 15.000 tra lavoratrici e lavoratori, ed è stato sottoscritto da Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Savt con Anef, l’associazione datoriale di riferimento. L’intesa sarà illustrata in incontri con lavoratori e lavoratrici nelle prossime settimane. (qui le comunicazioni di Filt-Cgil e Fit-Cisl)

 

Il 19 maggio è stata trovata un’intesa tra Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e la Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari) sul nuovo Ccnl applicato ai circa 60 mila dipendenti di Agenti immobiliari, mandatari a titolo oneroso e mediatori creditizi. L’aumento sui minimi contrattuali sarà di 200€ al livello medio e prevede anche un’una tantum di 200. C’è intesa anche su miglioramenti sul fronte normativo e sull’istituzione di una commissione paritetica sulle pari opportunità. (fonte Fiaip)

 

Altri tavoli rimangono invece aperti. È questo il caso della trattativa per il rinnovo del contratto Farmacie Private. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs dichiarano che la trattativa con Federfarma si è interrotta in ragione della proposta di incremento salariale di sole 120 € formulata dalla stessa Associazione. Le organizzazioni sindacali sottolineano come la questione dell’aumento salariale sia stata al centro degli ultimi incontri con la controparte datoriale, che non ha manifestato intenzioni di andare incontro alla loro proposta, mantenendo il punto su una cifra giudicata dalle associazioni sindacali troppo modesta per coprire un intero triennio di vigenza contrattuale. (qui la comunicazione di Fisascat Cisl)

 

Prosegue anche la trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il settore scuola 2022-24 che interessa una platea di circa 1,2 milioni di lavoratori tra docenti, dirigenti e personale Ata. Il confronto tra i sindacati e l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) si sposta ora sull’inserimento dei voucher per i pasti, ma le posizioni restano distanti. (fonte) Sempre Aran è stata coinvolta anche nella riunione, tenutasi giovedì 22 maggio, per il rinnovo del contratto 2022/2024 del personale di Regioni ed enti locali, che si è però conclusa con un nulla di fatto. Sono emerse tensioni fra il ministro per la PA Paolo Zangrillo e Cgil e Uil per i termini sul rinnovo ed è stato convocato un nuovo tavolo per il 10 giugno. (fonte)

 

Giovedì 22 maggio si è tenuto uno sciopero dei lavoratori della sanità privata e delle Rsa, ai fini dello sblocco del contratto collettivo nazionale della sanità privata Aiop e Aris (fermo da 6 anni) e per l’avvio della trattativa del contratto unico delle Rsa (fermo da 13 anni). Lo sciopero è sostenuto da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. (fonte)

 

Continuano gli scioperi per il rinnovo del Ccnl Metalmeccanici, il 15 maggio a Genova hanno manifestato i lavoratori di Abb, azienda internazionale con una sede a Sestri Ponente, dove sono impiegate circa 300 persone. Poli come Leonardo, Fincantieri e Ansaldo sono aperti alla contrattazione, mentre ABB sta bloccando il tavolo.  L’ultimo rinnovo contrattuale dei metalmeccanici risale al 2021, la scadenza era nel 2024. (fonte) Fim-Fiom-Uilm Nazionali hanno convocato per il giorno 20 Maggio una Assemblea Nazionale che si inserisce nella strategia di mobilitazione finalizzata alla ripresa delle trattative per il rinnovo Metalmeccanici, durante la quale sono state proclamate altre 8 ore di sciopero, se non si arriverà a risposte entro maggio. (fonte)

 

Martedì 13 e mercoledì 14 maggio sono state raggiunte le intese per gli accordi sindacali per lo smart working nei gruppi Banco Bpm e Crédit Agricole Italia, sottoscritti dai rappresentanti delle imprese e da quelli di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin. (qui il comunicato Uilca)

 

Politica e rappresentanza

 

Il 14 maggio è stata approvata la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese. Si tratta di una legge di iniziativa popolare promossa dalla Cisl e approvata con 85 voti favorevoli, 21 contrari e 28 astensioni, che si propone di attuare l’articolo 46 della Costituzione. La legge prevede quattro forme di partecipazione dei lavoratori: la partecipazione gestionale, quella economica e finanziaria, quella organizzativa e quella consultiva. (qui il Comunicato Stampa Cisl) Per un approfondimento e un commento puntuale relativo alla legge, rimando all’instant book realizzato dai ricercatori ADAPT.

 

La Cgil ha sottolineato l’urgenza di una legge sulla rappresentanza per evitare il dumping contrattuale e fronteggiare il venir meno dell’unità sindacale. Il segretario Maurizio Landini si è poi espresso contrariamente alla legge sulla partecipazione recentemente approvata, in quanto non darebbe una vera attuazione all’articolo 46, ma consentirebbe un tipo di partecipazione unicamente nelle mani della volontà dell’impresa, facendo venire meno la volontà dei lavoratori. (fonte)

 

Prosegue lo scontro tra maggioranza e sostenitori del referendum dell’8 e 9 giugno promosso dalla CGIL. Nelle ultime due settimane, diversi leader politici hanno preso parola sia in merito ai temi dei quesiti che sul raggiungimento del quorum. Da destra, rimane l’indicazione di astensione – fatta eccezione per Noi Moderati (che è per il no) – fortemente criticata dal PD e dalla Cgil.

 

Secondo il sondaggio Ipsos, solo il 43% degli aventi diritto andrebbe a votare oggi. I temi sul lavoro raccolgono ampio consenso, ma l’affluenza prevista (32-38%) è troppo bassa per superare il quorum. Il quorum sembra lontano anche secondo un sondaggio Eumetra, effettuato per la trasmissione Piazza Pulita. Più dell’80% del campione intervistato dichiara di conoscere le date e i temi del referendum ma l’affluenza stimata è però molto bassa, attorno al 35% ben al di sotto del livello necessario. (fonte)

 

Al di là delle questioni di posizionamento politico relative ai referendum, emergono dai giornali anche i primi articoli che cercano di entrare nel merito dei quesiti. Su la Repubblica, una pagina di confronto fra la posizione di Boeri – che sostiene il sì sulla cittadinanza e il no sui quesiti sul lavoro – e quella di Granaglia e Mornioli – che sostengono il sì a tutti e 5 i quesiti. Su Il Fatto Quotidiano un articolo di Alessandro Genovesi sulle implicazioni del quarto quesito referendario per infortuni e morti sul lavoro. Anche Pietro Ichino su la Nazione si esprime sui quesiti, dichiarando che quelli sul lavoro promettono ciò che non possono dare, mentre esprime la volontà del sì per la cittadinanza.

 

In occasione dell’audizione del 13 maggio presso la Commissione Lavoro del Senato, i rappresentanti di Confartigianato Imprese e Cna hanno espresso una posizione contraria al salario minimo, sostenendo che rischi di indebolire i salari, aumentare la frammentazione contrattuale e compromettere il welfare contrattuale conquistato con anni di negoziazione. (fonte) Anche Confprofessioni, Confcommercio e Conflavoro sono uniti nell’opporsi all’introduzione di un salario minimo e nel puntare sulla contrattazione collettiva (fonte) Di opinione diversa Unsic: l’organizzazione ha sottolineato come l’introduzione di una soglia salariale per legge non debba tradursi in un irrigidimento dannoso per le realtà produttive, soprattutto le più piccole. (fonte)

 

Vicende associative

 

Il 15 maggio si è tenuta una tavola rotonda organizzata da Uila a Bari, a cui hanno partecipato Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil e Vincenzo Gesmundo, segretario generale Coldiretti. I temi affrontati spaziano da sfruttamento della manodopera e caporalato, agromafie, giusta transizione climatica e sociale, reciprocità negli accordi internazionali fino alla sicurezza sul lavoro. Associazione datoriale e sindacato hanno concordato sulla necessità di perseguire insieme azioni che vadano nella direzione di un cibo buono e giusto, realizzato nel rispetto dei lavoratori e attraverso lavoro sicuro, qualificato e giustamente retribuito. (fonte)

 

Sicurezza sul lavoro

 

Dopo l’attenzione emersa intorno al primo maggio alla sicurezza sul lavoro, continuano le riflessioni sul tema anche alla luce dei recenti dati. Secondo i dati Inail (rilevazione al 31 dicembre 2024) il 2024 si chiude con un aumento significativo delle morti sul lavoro (+4,7%) e una netta crescita delle malattie professionali. Diminuisce invece il numero totale degli infortuni sul lavoro (da 515.141 nel 2023 a 511.688 nel 2024il rischio di infortunio diminuisce, ma aumentano quelli con esito mortale. (fonte)

 

Quali sono i veri problemi degli incidenti sul lavoro? Secondo Massimo Balducci, già full professor allo European Institute of Public Administration di Maastricht, la causa è da ricercare nella mancanza di professionalità dei general e main contractors, nella mancanza di un sistema di formazione generalizzato ai “saper fare” concreti e caratteristici dei vari profili professionali, e nella mancanza di solide pratiche di onboarding. Tutti questi fattori danno luogo ad una cultura vaga e pressapochista che porta ad incidenti e bassa produttività (fonte)

 

Dopo l’incontro con i sindacati, il 20 maggio il governo ha convocato 33 organizzazioni datoriali per discutere di sicurezza sul lavoro in un vertice tra governo e datori di lavoro a Palazzo Chigi. In assenza della premier Meloni (ammalata), il vertice è stato presieduto da Alfredo Mantovano. Dal vertice emergono 3 principali punti: più formazione per i lavoratori, bonus per le aziende virtuose e più fondi a disposizione. Tra i temi affrontati: patente a punti, subappalti e soglie di accesso ai bandi Inail. (fonte)

 

È stata anche rilanciata dal governo l’idea di un protocollo condiviso sulla sicurezza, ispirato al modello anti-Covid del 2020. Anche Confindustria propone un patto con responsabilità condivise per ridurre le oltre 1000 morti sul lavoro annue, con attenzione particolare ai subappalti, indicati da ANAC come punto critico. Sono stati poi annunciati tavoli tecnici su: sicurezza in edilizia e agricoltura, formazione, emergenza caldo e sull’utilizzo dei 650 milioni stanziati per la sicurezza. (fonte)

 

Crisi aziendali

 

È di 4046 lavoratori totali la nuova richiesta di cassa integrazione straordinaria presentata ai sindacati metalmeccanici da Acciaierie d’Italia, ex Ilva, con effetto immediato, un aumento di 1000 dipendenti rispetto alla cassa in corso fino a due settimane fa. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm hanno accusato l’azienda di aver avviato unilateralmente la comunicazione dei numeri della cassa integrazione. (fonte)

 

Dopo l’incendio del 7 maggio all’altoforno 1 dell’ex Ilva, sono iniziate le operazioni di salvaguardia dello stesso, ma che sembrano non essere state sufficientemente repentine per evitarne la compromissione definitiva, generando un’ulteriore botta e risposta tra Ilva e la procura di Taranto. Il 21 maggio si sono poi tenute 4 ore di sciopero nazionale, proclamate da Fim, Fiom e Uilm in tutti gli stabilimenti Ilva per chiedere azioni immediate al governo. Lo sciopero è avvenuto in concomitanza con la convocazione a Palazzo Chigi dei sindacati, chiesta proprio per affrontare la situazione del gruppo siderurgico Acciaierie d’Italia. L’incontro si è concluso però con un nulla di fatto e il vertice è stato riconvocato per lunedì 26 al ministero del Lavoro. (fonte)

 

Anche l’offerta economica di Baku Steel per la possibile cessione sembra subirà una forte riduzione a seguito dell’incidente che ha coinvolto l’altoforno 1. (fonte)

 

Dallo stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi sono arrivate le prime 8 uscite volontarie, a seguito di un accordo che prevederà 500 fuoriuscite grazie ad incentivi per favorire chi è prossimo alla pensione o desidera intraprendere nuovi percorsi lavorativi. Dalla Fiom-Cgil arriva un allarme per l’inesorabile disimpegno che porterebbe ad uno svuotamento della sede di Melfi. Di diversa opinione Fismic e Uglm che vedono gli incentivi all’esodo come un’opportunità. (fonte)

 

Maria Carlotta Filipozzi

ADAPT Junior Fellow

@MCFilipozz

 

Partecipazione dei lavoratori: cronaca di una legge di attuazione della Costituzione (art. 46)

Partecipazione dei lavoratori: cronaca di una legge di attuazione della Costituzione (art. 46)

Bollettino ADAPT 19 maggio 2025, n. 19

 

Mercoledì 14 maggio 2025 il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese (qui il fascicolo iter del provvedimento). Si tratta di una delle pochissime leggi di iniziativa popolare ad aver ricevuto l’approvazione da parte del parlamento: sono solo 5 nelle ultime 7 legislature.

 

Rinviando ad altra sede la valutazione tecnica del testo di legge varato dal Parlamento (qui un primo commento articolo per articolo a cura dei ricercatori di ADAPT) pare di un certo interesse fornire un resoconto del dibattito parlamentare. Fatte le debite proporzioni, tornano infatti temi, problemi e conflitti che erano già emersi nel dibattito alla Assemblea costituente quasi ottanta anni fa in merito alla formulazione dell’articolo 46 della Costituzione (ne abbiamo dato conto in S. Zuccoli, Verso l’attuazione dell’articolo 46 Cost. Appunti di un dibattito in seno alla Assemblea costituente che torna attuale, in Bollettino ADAPT 5 maggio 2025, 17).

 

Dopo una fredda e molto elementare relazione del provvedimento il primo intervento è stato quello della senatrice Furlan (Italia Viva) che, pur sostenendo l’approvazione della legge e il suo significato per il mondo del lavoro, ha evidenziato le criticità delle modifiche apportate al disegno legge originario della CISL, e in particolare: l’indebolimento del ruolo della contrattazione collettiva a vantaggio degli statuti aziendali; l’esclusione della partecipazione dei lavoratori nel settore bancario e nelle aziende pubbliche.

 

In linea con questa posizione, anche il senatore Lombardo (Misto-Azione) ha evidenziato la necessità di intervenire nuovamente sul testo per rafforzare gli articoli dedicati alla contrattazione collettiva che non garantiscono l’obbligatorietà della partecipazione. Il partito (Azione) ha espresso comunque il suo convinto sostegno alla legge, considerandola un passo importante verso la realizzazione del primo articolo della Costituzione, secondo cui “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.

 

Ad ogni modo, come correttamente osservato dal senatore Spagnolli (Gruppo per le Autonomie), le questioni ancora irrisolte toccano aspetti che vanno oltre la contrattazione collettiva. La legge avrebbe dovuto rafforzare la contrattazione collettiva, invece di demandare la regolamentazione della partecipazione agli statuti aziendali con il rischio, dunque, che l’applicazione rimanga limitata, soprattutto nelle piccole e medie imprese. Inoltre, la partecipazione economica non è stata regolata adeguatamente nemmeno dal punto di vista fiscale e questo potrebbe comportare effetti negativi su strumenti fiscali come l’ISEE, rendendola svantaggiosa per i lavoratori. A completare il quadro, manca anche un sistema di formazione professionale che permetta ai lavoratori di svolgere un ruolo attivo e non meramente simbolico nella gestione dell’impresa. Il Gruppo per le Autonomie ha riportato in modo puntuale quanto del testo iniziale è stato eliminato: la quota minima di rappresentanza nei consigli di sorveglianza, in origine prevista al 20%, è stata sostituita da una generica previsione di uno o più rappresentanti; la figura del garante per la sostenibilità sociale delle imprese; la previsione di forme partecipative anche negli istituti bancari. Si spiega dunque la scelta del Gruppo per le Autonomie di subordinare il suo voto favorevole alla prospettiva di un successivo intervento legislativo più incisivo, pur riconoscendo il valore complessivo della proposta.

 

I successivi interventi sono stati decisamente più critici evidenziando, in particolare, la natura non impositiva del provvedimento, che mira a sostenere la contrattazione collettiva ma non obbliga le imprese ad adottare meccanismi di partecipazione. Per chi ha votato a favore, sarà infatti la contrattazione collettiva il punto di svolta che darà piena attuazione alla legge, seguendo gli esempi europei come quello tedesco, per chi ha votato contro, l’articolo 46 non è stato realmente attuato.

 

La principale ragione di chi ha votato contro è la mancata realizzazione dell’iniziativa popolare così come era sorta e voluta dai cittadini, le parole del senatore Mazzella rendono chiara l’idea un tradimento dell’iniziativa popolare, un’occasione storica sprecata in quanto fondata su dichiarazioni altisonanti ma prive di sostanza. Il carattere volontaristico di questa legge è quanto più ha sollevato perplessità. Il Movimento 5 Stelle nel pronunciare il suo voto contrario, testo di legge alla mano, ha evidenziato l’assenza di obblighi o strumenti vincolanti che possano offrire garanzie concrete per i lavoratori, avendo affidato il tutto alla contrattazione collettiva, in un paese dove essa è disomogenea e molti lavoratori sono privi di un’effettiva rappresentanza. Mancherebbe dunque una visione strategica di lungo periodo, gli incentivi fiscali e i piani di partecipazione finanziaria sono irrisori e inefficaci. Le commissioni aziendali tematiche (welfare, formazione, parità) così come la Commissione nazionale per la partecipazione istituita presso il CNEL, sono viste come figure meramente simboliche, prive di reali poteri di intervento.

 

Anche il senatore Magni (Misto – Alleanza Verdi e Sinistra) e la senatrice Camusso (Partito Democratico) nell’esprimere la sua posizione fortemente contraria alla legge hanno sostenuto che il testo non realizza una vera partecipazione dei lavoratori, in quanto non garantisce loro effettivi strumenti di intervento. Il senatore Magni, portando la sua personale esperienza, come sindacalista ed ex operaio, ha evidenziato come la vera partecipazione si realizza, da decenni, attraverso la contrattazione di secondo livello e il confronto diretto su organizzazione del lavoro, dei bilanci e degli investimenti. Pertanto, il tentativo di imitare i modelli europei come quello tedesco non è pensabile senza l’adozione anche dell’intero impianto giuridico, istituzionale e sindacale di quei paesi. Il senatore ha sottolineato che la precarietà che oggi contraddistingue molte realtà lavorative impedisce l’esercizio effettivo dei diritti sindacali.

 

Riprendendo molte delle critiche sopra esposte, la senatrice Camusso (Partito Democratico) ha giudicato il provvedimento come deludente e svuotato di significato, sottolineando la distanza tra l’intento iniziale della CISL, di indubbio interesse, e il risultato finale raggiunto. Il testo approvato mostra chiaramente una partecipazione più che altro orientata a finalità economiche e finanziarie, mentre non valorizza le esperienze di contrattazione già esistenti, ma anzi rappresenta un arretramento rispetto alle normative che già prevedevano meccanismi di confronto.

 

Di tutt’altro avviso gli interventi dei partiti di maggioranza che si sono invece espressi in favore della legge vista come importante strumento di modernizzazione delle relazioni industriali.

 

La senatrice Gelmini (Cd’I–UDC–NM–MAIE–CP) ha parlato di una “svolta storica” nelle relazioni tra lavoratori e imprese, che punta alla responsabilità condivisa e alla contrattazione collettiva, per garantire la produttività e competitività del Paese. Ha inoltre sottolineato l’importanza di allinearsi con i modelli europei (Germania, Paesi Bassi, Francia), dove la partecipazione dei lavoratori ha prodotto effetti positivi. Al tal proposito, la senatrice Silvestro (FI – Berlusconi Presidente – PPE) ha difeso il disegno di legge citando esperienze aziendali virtuose già praticate in Italia (Poste Italiane, Luxottica, FCA, Ferrari, Lamborghini), dove il coinvolgimento dei dipendenti ha portato a migliori risultati aziendali. Il modello non dirigista della legge, incentrato sulla volontarietà è in linea con i migliori esempi europei.

 

Il senatore Murelli (Lega) e il senatore Berrino (Fratelli d’Italia) hanno risposto alle principali critiche degli oppositori, sottolineando come il provvedimento introduce forme di partecipazione sì volontarie, ma trasparenti e sostenibili attraverso accordi aziendali o territoriali, agevolazioni fiscali per premi di risultato e strumenti di welfare, nonché la possibilità di una partecipazione azionaria. In particolare hanno evidenziato come l’impianto originario della legge sia stato salvaguardato richiamando sul punto la posizione espressa della stessa CISL in audizione al Senato.

 

Quello che emerge con chiarezza, come esito del dibattito parlamentare, sono almeno due elementi.

 

Il primo è la portata storica dell’approvazione della legge: lo dimostra, in termini simbolico, la corsa del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, a riprendere la postazione delle sue funzioni – temporaneamente affidata alla Vice-Presidente Licia Ronzulli durante gli interventi dei parlamentari – per presiedere personalmente il voto finale, a sottolineare l’eccezionalità dell’evento e il suo significato istituzionale.

 

Il secondo riguarda la pluralità delle posizioni emerse, che riflettono differenze profonde non solo sui profili tecnici della disciplina, ma soprattutto sulle visioni valoriali e ideologiche intorno al rapporto tra capitale e lavoro, inevitabilmente sottese al tema della partecipazione. Differenze che – almeno questo è l’auspicio sotteso all’intervento legislativo – potranno a questo punto trovare sintesi e traduzione operativa nella contrattazione collettiva e nel dialogo tra le parti sociali, nei territori, negli enti bilaterali, nelle imprese.

 

Sara Zuccoli

Apprendista di ricerca ADAPT

 

Cronaca sindacale (29 aprile – 12 maggio 2025)

Cronaca sindacale (29 aprile – 12 maggio 2025)

Bollettino ADAPT 12 maggio 2025, n. 18

 

Contrattazione collettiva

 

Nelle ultime due settimane è emerso con insistenza il tema dei mancati rinnovi dei contratti collettivi e dei tempi necessari alla sigla di nuove intese. I dati Istat diffusi il 29 aprile relativi alla Contrattazione Collettiva per il primo trimestre 2025 testimoniano come il tempo medio di attesa del rinnovo per i lavoratori con contratti scaduti sia diminuito, passando da 29 a 23,1 mesi. Anche le retribuzioni orarie crescono timidamente, con un aumento del 1% rispetto al periodo precedente e del 3,9% su base annua (per approfondire, si veda l’articolo di Jacopo Sala sulle retribuzioni contrattuali).

 

Il 23 aprile, il CNEL ha approvato il rapporto annuale sull’andamento del mercato del lavoro e della contrattazione collettiva. Dal documento emerge che, su oltre 1.000 contratti depositati, soltanto 385 risultano sottoscritti da organizzazioni rappresentate all’interno del Consiglio. In particolare, i 214 contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil coprono da soli il 96% dei lavoratori del settore privato. Questo dato conferma la solidità del sistema di relazioni industriali italiano e l’efficacia della contrattazione collettiva basata sulla rappresentanza (fonte).

 

Il 6 maggio è stato sottoscritto il testo definitivo del Ccnl Tessile Abbigliamento Moda SMI. Il Presidente di Confindustria Moda Sergio Tamborini e i Segretari Generali dei sindacati di categoria Marco Falcinelli della Filctem-Cgil, Nora Garofalo della Femca-Cisl e Daniela Piras della Uiltec-Uil hanno riaffermato l’interesse per rilanciare la filiera produttiva del tessile abbigliamento moda., recependo nel contratto nazionale le modifiche definite nell’accordo di rinnovo di novembre 2024. È stato poi firmato l’accordo istitutivo del nuovo ente di settore Ente Bilaterale Moda (E.B.M.), gestito in modo paritetico tra le parti, con l’obiettivo di supportare strategie e iniziative di sviluppo per il settore e realizzare progetti di formazione e assistenza per aziende e lavoratori. (qui per il comunicato stampa congiunto).

 

È dell’8 maggio il rinnovo Ccnl Gas-acqua per il triennio 2025-2027 firmato da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le rappresentanze delle associazioni datoriali di Anfida, Proxigas, Assogas e UtilItalia. Il Ccnl era scaduto lo scorso 31 dicembre e riguarda quasi 50mila addetti in quasi 600 imprese in Italia. (qui il comunicato stampa condiviso).

 

Nella stessa giornata, i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e la parte datoriale Federbeton hanno firmato l’ipotesi per il rinnovo del Ccnl Cemento, calce, gesso. Il contratto era arrivato a scadenza il 31 dicembre scorso e interessa oltre 8000 addetti. È previsto un aumento di 175 euro, che fanno seguito ai 120 euro corrisposti a dicembre scorso grazie al recupero dell’inflazione ex post, per un totale di 295 euro (fonte).

Dopo due settimane di mobilitazione e sciopero dei lavoratori dei servizi di consegna per conto di Esselunga, arriva un’intesa tra le tre imprese – Brivio & Viganò, Cap Delivery e Deliverit – e Filt Cgil. Il sindacato ha definito questa intesa provvisoria: sono infatti previsti una serie di incontri da qui a giugno per definire le questioni ancora aperte. È da subito prevista un’indennità una tantum di 250€ (fonte).

 

Scioperi

 

Si prospetta un maggio di scioperi con 30 scioperi annunciati sul sito della Commissione di garanzia della legge sulla attuazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali, senza considerare quelli già revocati. È significativo che solo 8 di questi 30 scioperi siano stati proclamati anche da sigle dei sindacati confederali.

 

Il 6 maggio si è registrata una massiccia adesione di lavoratori e lavoratrici delle ferrovie e degli appalti ferroviari allo sciopero nazionale di 8 ore, indetto per il mancato rinnovo del contratto collettivo mobilità attività ferroviarie e per il rinnovo del contratto aziendale del Gruppo Fs, entrambi scaduti il 31 dicembre 2023. A maggio i lavoratori dei trasporti sciopereranno in tutta Italia a livello locale, con scioperi che hanno coinvolto e coinvolgeranno mezzi pubblici, autostrade e trasporto aereo (fonte).

 

È stato poi confermato lo sciopero per il 22 maggio delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità privata e delle Rsa per il rinnovo dei Ccnl. I sindacati segnalano i mancati passi avanti da parte delle associazioni datoriali Aiop e Aris, per il rinnovo dei contratti che riguardano 200mila professionisti del settore (fonte).

 

Politica e rappresentanza

 

La Festa dei Lavoratori quest’anno ha visto il governo e le parti sociali intervenire unitamente sul tema della sicurezza sul lavoro. Lo slogan della manifestazione del Primo Maggio di quest’anno, che vede coinvolti i 3 sindacati maggioritari, è infatti “Uniti per un lavoro sicuro” a sottolineare l’urgenza di questo tema. Anche dal governo arriva in questa giornata un impegno a stanziare risorse per la sicurezza sul lavoro e la premier Meloni ha convocato i sindacati l’8 maggio a Roma per discutere i fondi e il tema (650 milioni, oltre ai 600 milioni già stanziati dai bandi Inail). (fonte) Un elemento fondamentale emerso dal vertice è stata la nomina di Stefano Caldoro, ex governatore della Campania, a consigliere di Palazzo Chigi alle Relazioni con le parti sociali, un nuovo ruolo che segnala la volontà di mantenere un dialogo aperto tra governo e parti sociali. Durante la giornata di giovedì da parte del governo è stata anche annunciata l’apertura di 5 tavoli, di cui uno sulla riprogrammazione del Pnrr e altri su temi ancora da determinare, gestiti anche con i ministri Calderone e Foti. Un’ulteriore proposta è stata quella di rivedere le norme sui subappalti, tema di uno dei quesiti del referendum dell’8 e 9 giugno.

 

Prima dell’incontro di giovedì, i sindacati avevano espresso posizioni contrastanti, con un’apertura positiva della segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, mentre si attestavano su posizioni differenti sia Maurizio Landini (segretario generale Cgil), che temeva un incontro finito nel nulla e preannunciava una mobilitazione, sia il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, che aveva espresso un certo scetticismo. (G. De Rosa, Landini sbaglia, in Il Foglio, 4 maggio 2025, p.20; la Repubblica; La Stampa) A seguito del vertice dell’8 maggio, le opinioni dei principali leader sindacali erano invece tutte di segno positivo: Landini ha sottolineato la disponibilità del governo ad affrontare i temi della sicurezza sul lavoro, seppur rimanendo in attesa di azioni concrete, anche Daniela Fumarola ha definito l’incontro come una bella pagina di relazioni con il governo, così come Bombardieri che  si è ritenuto soddisfatto dell’incontro. (fonte) Erano presenti all’incontro anche Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu, Cse.

 

Si alza l’attenzione sui referendum dell’8 e 9 giugno, che vedono, oltre alla massiccia campagna della Cgil per portare attenzione verso il sì, anche le prime indicazioni di voto dal governo. È del 5 maggio, infatti, la comunicazione che emerge da Fratelli d’Italia di dare indicazione di astenersi dal voto, ripresa anche da Forza Italia e dalla Lega. L’idea è quella di esprimere il proprio dissenso nei confronti di un’iniziativa proposta dalla sinistra, a cui il partito di governo è contrario (L. De Cicco, FdI ha scelto: niente urne, stiamo a casa, in La Repubblica, 5 maggio 2025, p.17). Anche la segretaria generale Cisl Daniela Fumarola si esprime in senso contrario ai referendum, definendoli come strumenti non risolutivi e proponendo invece di puntare su competenze e innovazione. (I salari fissati per legge sono inutili. Serve rafforzare gli accordi esistenti, in La Stampa, 5 maggio 2025, p.18) Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, mantiene la sua linea sul referendum: per quanto condivida almeno in parte la posizione della Cgil sui temi, non concorda sullo strumento del referendum.

 

Nonostante le maggiori attenzioni sul voto, dal 28 aprile si sono tenute nelle piazze italiane le manifestazioni promosse dalla Cgil contro il silenzio dei media sul referendum, che non starebbero – secondo il sindacato – garantendo un adeguato livello di informazione sui quesiti (fonte).

 

L’indicazione di astensione e la bassa attenzione dei media, nonché le divisioni anche interne al centro sinistra, suggeriscono che la questione del raggiungimento del quorum possa essere un nodo centrale. Infatti, come evidenziato dalla Stampa, non è chiaro quanti cittadini si recheranno alle urne. Gli elettori di 117 comuni italiani voteranno per le amministrazioni locali nel weekend del 25 e 26 maggio e non si sa ancora in quanti di questi comuni si andrà ai ballottaggi nel fine settimana dell’8 e 9 giugno, favorendo quindi il voto anche per il referendum.

 

Vicende associative

 

Si è festeggiato il 30 aprile l’anniversario dei 75 anni dalla nascita della Cisl, durante il quale si sono ribaditi i principi dello statuto di integrazione europea, promozione della persona con i suoi bisogni intellettuali, materiali e morali. (I. Storti, La nascita del sindacato nuovo che lotta per la dignità della persona, in Conquiste del Lavoro, 5 maggio 2025, p.2).

 

Un altro anniversario di questi giorni è quello degli 80 anni di Confcooperative, festeggiato sabato 3 maggio con un dibattito tra la costituzionalista Melina Decaro e il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, sull’art. 45 della Costituzione che riconosce il valore sociale della cooperazione.

 

In occasione del Primo Maggio sono state numerose le riflessioni sui quotidiani relative al ruolo del sindacato oggi. Un editoriale non firmato su Il Foglio si esprime duramente contro le politiche dei sindacati, incapaci secondo l’autore di promuovere la produttività e contrari al Jobs Act, che viene invece visto come una delle principali cause dell’aumento dell’occupazione in Italia. Le critiche a Cgil, Cisl e Uil arrivano anche da un altro articolo de il Foglio, questa volta a firma di Di Vico, che punta il dito contro le spaccature fra le sigle sindacali, in particolare sui referendum di giugno. Di segno opposto è invece la riflessione di Sinopoli su l’Unità, che riflette sul ruolo centrale del sindacato nell’avanzamento democratico, anche lui facendo riferimento agli imminenti referendum, ma questa volta evidenziandone il potenziale di abbattimento del precariato.

 

Crisi aziendali

 

Lunedì 5 maggio si è raggiunto un accordo tra Ratti Spa Società Benefit, Filctem Cgil e Femca Cisl dei Laghi che comporterà la perdita di 55 posti, dopo che l’azienda comasca aveva esaurito tutti gli ammortizzatori sociali possibili. Si tratta di un accordo favorevole, che si basa su uscite volontarie e indennità, ma che si tradurrà comunque una massiccia riduzione del personale, da 470 a 420 dipendenti (fonte).

 

Anche per i lavoratori di STMicroelectronics di Catania si è raggiunto un accordo di sviluppo con il ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’intesa prevede investimenti per 5 miliardi di euro con agevolazioni pubbliche superiori a 2 miliardi per il periodo 2023-2037. Un accordo che va nella direzione opposta rispetto alle prospettive dei lavoratori di STMicroelectronics di Agrate Brianza per cui sono previsti 800 licenziamenti. (qui la Cronaca Sindacale del 28 aprile per saperne di più).

 

Demetra, l’Unità di Crisi aziendali di Veneto Lavoro, Confindustria Verona e la FIOM CGIL hanno raggiunto un’intesa riguardo alla procedura di licenziamento collettivo che era stata avviata a febbraio scorso per 22 dei 53 dipendenti della sede di Nogara.

 

La scorsa settimana 67 lavoratori di Flexilog Italia sono stati licenziati dopo che Conad ha annullato il contratto d’appalto con l’azienda, che si è dunque trovata senza la sua unica commessa in Emilia. Sicobas ha dichiarato lo stato di agitazione e ha richiesto l’apertura di un tavolo di confronto (fonte).

 

È stato infine confermato l’accordo per 1.000 uscite in Stellantis, distribuite fra gli stabilimenti di Termoli, Melfi, Pomigliano e Pratola Serra. L’accordo sindacale non è stato firmato da Fiom che denuncia un progressivo svuotamento degli impianti in Italia. La produzione auto nel primo trimestre 2025 è scesa del 35% rispetto al già basso 2024.

 

Maria Carlotta Filipozzi

ADAPT Junior Fellow

@MCFilipozz

Il settore telecomunicazioni tra il (mancato) rinnovo contrattuale e il dissenso sindacale: cosa sta succedendo?

Il settore telecomunicazioni tra il (mancato) rinnovo contrattuale e il dissenso sindacale: cosa sta succedendo?

Bollettino ADAPT 5 maggio 2025, n. 17

 

 

Da tempo sugli organi della stampa sindacale – e anche nelle piazze, dati i continui scioperi dei lavoratori che si sono susseguiti tra il 2024 il 2025 – si sta discutendo del mancato rinnovo contrattuale nell’ambito del settore delle telecomunicazioni: si tratta del CCNL sottoscritto dall’associazione datoriale Assotelecomunicazioni e dalle organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, giunto a scadenza il 31 dicembre 2022.

 

Dopo l’avvio delle trattative per il rinnovo del suddetto CCNL (iniziate con la presentazione della “Piattaforma Unitaria per avvio rinnovo del CCNL telecomunicazioni 2023-2025”), il negoziato è fermo al palo da quasi due anni, come comunicato di recente dalla CGIL (Tlc, tutti fermi per il contratto, in Collettiva, 17 febbraio 2025). Nel frattempo, però, Assocontact – associazione datoriale che rappresenta le aziende di call center in outsourcing e che aveva preso parte al negoziato – ha abbandonato le trattative a metà 2024 e a dicembre dello stesso anno ha sottoscritto un nuovo CCNL per il settore telecomunicazioni con l’organizzazione sindacale Cisal Comunicazione (si tratta del CCNL per dirigenti, quadri, impiegati e operai dei servizi di business process outsourcing, digital experience e data management). A seguito della “condotta” tenuta da Assocontact, si sono scatenate non poche reazioni da parte di diverse organizzazioni sindacali impegnate, direttamente o indirettamente, nelle fasi di rinnovo del CCNL TLC.

 

Anzitutto, le federazioni di categoria dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil (e cioè Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom) hanno pubblicato un comunicato (Comunicato Stampa “Assocontact/Cisal ed il nuovo contratto per i lavoratori dei contact center”, 18 dicembre 2024) volto non solo a criticare le scelte di Assocontact di abbandonare improvvisamente il negoziato e l’atteggiamento (ritenuto “di comodo”) della Cisal – che vista la difficoltà e lo stallo del rinnovo si è dichiarata disponibile ad accogliere con un comunicato pubblico le rivendicazioni dell’associazione datoriale avviando così un nuovo percorso contrattuale (Assocontact annuncia l’uscita dal CCNL: l’intervento di Cisal Comunicazione, 2 maggio 2024) – ma anche a mettere in luce come il “nuovo contratto” contribuisca ad abbattere il costo del lavoro del 15%, oltre a non consentire ai lavoratori di recuperare tutto il potere di acquisto che il salario ha perso non solo per la fiammata inflazionistica dell’ultimo triennio ma anche a causa del mancato rinnovo (Tlc, la crisi corre sul filo, in Collettiva, 14 gennaio 2025).

 

Più specifica è la critica di Slc-Cigl al “nuovo contratto” (Assocontact annuncia l’applicazione del contratto siglato con Cisal, 30 gennaio 2025): secondo l’organizzazione sindacale, questo nuovo contratto è stato sottoscritto in concomitanza della revisione dell’art. 11 del Codice degli appalti pubblici (d.lgs. n. 36/2023) ad opera del d.lgs. 209/2024 e “pensato” appositamente per innescare dinamiche di dumping salariale nelle gare di appalto per l’affido dei servizi di telefonia. Una strategia, peraltro, che è finalizzata ad “inquinare” anche la committenza degli appalti privati, visto l’abbattimento del costo del lavoro. E, provocatoriamente, il sindacato Slc-Cgil si chiede come i grandi committenti intendano ora comportarsi rispetto all’art. 53 del CCNL TLC (Asstel), che, in caso di cambio-appalto, impone al nuovo appaltatore di convocare le organizzazioni sindacali per discutere delle tempistiche e delle modalità di assorbimento del personale alle dipendenze del precedente appaltatore.

 

È abbastanza evidente che in questa fase potrebbero nascere non pochi attriti – dentro e fuori le aule di giustizia – tra l’appaltatore entrante, che magari applica il nuovo CCNL Assocontact-Cisal, e le organizzazioni sindacali confederali. Insomma, una “possibile pioggia” di ricorsi per condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28 St. Lav. non può dirsi certamente una ipotesi remota.

 

Anche USB da tempo segnala come il CCNL Assocontact-Cisal rischi di minare ancora di più la tutela salariale dei lavoratori (già erosa a causa dell’inflazione e di certo non recuperata con la sottoscrizione di questo “nuovo contratto”; CCNL Assocontact/Cisal: tagliano salario e diritti e lo chiamano contratto, 29 gennaio 2025) e così ha chiesto, già da qualche mese, l’intervento, ritenuto improrogabile, dell’attore pubblico per una mediazione, cioè il Ministero del Lavoro (Contratto Assocontact/Cisal, il tavolo ministeriale non è più rinviabile. I lavoratori tornano in piazza il 21 marzo 2025, 12 marzo 2025). Intervento che non è di certo mancato. Il 24 aprile 2025, infatti, in occasione del vertice ministeriale per discutere delle misure a sostegno del settore delle telecomunicazioni, anche alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il Ministro del Lavoro ha confermato l’assoluta centralità del CCNL TLC sottoscritto da Asstel e da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, ritenendolo come unico contratto applicabile nel settore (Comunicato stampa incontro MIMIT/MDL Settore Telecomunicazioni, 24 aprile 2025). Una dichiarazione che di certo non è passata inosservata per Assocontact che, tramite il Presidente Lelio Borgheree, ha espresso un chiaro disappunto sulla posizione assunta dal Ministero del lavoro (Call center, Assocontact: Dal Ministero del Lavoro decisione preoccupante sul settore Bpo, in Gazzetta di Genova, 29 aprile 2025).

 

E’ estremamente chiara e netta anche la posizione del COBAS, che accusa la Cisal di essere un sindacato di comodo (Assocontact esce dal contratto delle TLC e la Cisal da “bravo” sindacato firma il contratto capestro!, 8 gennaio 2025), perché, avendo colto le difficoltà in cui era incappato il processo di rinnovo del CCNL TLC, ha attirato l’attenzione di Assocontact “distraendola” dal tavolo negoziale per condurre l’associazione datoriale a firmare un “contratto capestro”, condannando così “alla povertà legale” molti lavoratori del settore.

 

In effetti, che il mancato rinnovo del CCNL TLC e la conseguente sottoscrizione di un nuovo contratto “concorrente” dipenda largamente dalla questione salariale lo si desume anche dal comunicato di Assocontact con il quale l’associazione datoriale annunciava a fine 2024 l’importanza di aver “negoziato” un contratto per rispondere ai bisogni del settore, esposto ad un calo dei volumi di affari e alla necessità per gli outsourcer di ridurre i costi del servizio di telefonia esternalizzato (Assocontact: il CRM/BPO ha un nuovo contratto nazionale, 13 dicembre 2024).

 

Non è passata inosservata, poi, la posizione dell’UGL sulla questione, volta ad evidenziare non solo le disparità salariali e normative tra il CCNL TLC e il CCNL Assocontact-Cisal ma tesa a far rilevare anche come in questo “nuovo contratto” l’organizzazione della titolarità dei diritti sindacali (anche) di natura negoziale sia “riservata” alla sola organizzazione che sottoscrive il CCNL, marginalizzando il ruolo delle altre organizzazioni e contravvenendo alle chiare indicazioni della giurisprudenza della Corte costituzionale (Ugl boccia il contratto Assontact-Cisal, 9 marzo 2025).

 

Per il momento, il percorso per il rinnovo del CCNL TLC non sembra essere giunto al termine; infatti, non cessano gli scioperi dei lavoratori che il 31 marzo 2025 si sono nuovamente mobilitati per rivendicare e difendere la piattaforma sindacale (CCNL TLC: rinnovo per chi innova l’Italia, in Il Corriere Nazionale, 31 marzo 2025). E la comparsa di un “nuovo contratto” sembra oltremodo aumentare lo stato di agitazione sindacale, vista la contestazione da parte della maggioranza delle organizzazioni sindacali, che si preparano a dare battaglia con tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento.

 

Giovanni Piglialarmi

Ricercatore Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

ADAPT Senior Fellow

@Gio_Piglialarmi

 

Cronaca sindacale – Aprile 2025

Cronaca sindacale – Aprile 2025

Bollettino ADAPT 28 aprile 2025, n. 16

 

Per una cronaca sindacale

 

Con questo contributo prende avvio una nuova rubrica di ADAPT che, accanto al tradizionale commento dei principali testi contrattuali (come i rinnovi di livello nazionale e i casi aziendali e territoriali d’interesse), intende raccogliere e ordinare i principali avvenimenti del mondo sindacale. La convinzione dei ricercatori di ADAPT è che una “cronaca sindacale” possa portare luce sul persistente dinamismo del nostro sistema di relazioni industriali e offrire chiavi di lettura utili per comprendere le complesse trasformazioni della nostra economia e società. Io sono Maria Carlotta Filipozzi, apprendista di ricerca laureata magistrale in Politics, Philosophy and Public Affairs all’Università di Milano e in ADAPT mi occupo di comunicazione pubblica sui temi del lavoro. L’obiettivo di questa rubrica è quello di fornire ai lettori del Bollettino ADAPT una cronaca di quanto sta prima e dopo la firma di un contratto collettivo e di una intesa tra parti sociali e potere politico seguendo i dialoghi tra politica e rappresentanza, le vicende associative, gli scioperi e le crisi aziendali nel tentativo di fornire, auspicabilmente, uno strumento di analisi.

 

Contrattazione collettiva

 

Il mese di aprile ha registrato la sottoscrizione di 5 rinnovi contrattuali relativi alle federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Fra questi, spicca sicuramente il rinnovo del CCNL Chimico-Farmaceutico commentato per ADAPT da Chiara Altilio, Diletta Porcheddu, Ilaria Armaroli e Jacopo Sala (qui il commento). Il contratto collettivo per il triennio 2025-2028 è stato rinnovato il 15 aprile con grande anticipo rispetto alla scadenza prevista, grazie all’intesa fra Federchimica, Farmindustria e le sigle sindacali di settore – Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Ugl Chimici, Failc-Confail, Fialc-Cisal. L’aumento complessivo è pari a 294€ per tutta la durata del contratto. Sono inoltre significative le linee guida introdotte in materia di Intelligenza Artificiale, inclusione, contrasto a molestie e violenza sul lavoro (qui il comunicato congiunto delle organizzazioni sindacali).

 

Il 16 aprile è stata firmata l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del CCNL Energia e Petrolio per il triennio 2025-2027. L’ipotesi è stata sottoscritta dalle tre organizzazioni sindacali di categoria – Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil – e da quelle datoriali in rappresentanza di Confindustria Energia. L’aumento complessivo è di 330€, suddiviso nel triennio. Sono stati poi aggiunti 5€ al welfare contrattuale da destinarsi al fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa FASiE (qui il comunicato).

 

Infine, è da segnalare il rinnovo del CCNL delle piccole e medie imprese edili, firmato da Confapi Aniem e le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Si completa con questa firma il percorso già iniziato il 24 marzo scorso con il rinnovo della parte economica, includendo intese relative a trasferte, denuncia unica edile, sorveglianza sanitaria e fondo territoriale per la qualificazione. Si concretizza quindi l’intesa economica che prevede un incremento salariale totale di 175€ (qui il comunicato di Confapi).

 

Nonostante le significative rinegoziazioni degli ultimi mesi, sono ancora 5,9 milioni i lavoratori in attesa di rinnovo in Italia, circa il 45% dei lavoratori dipendenti (C. Casadei, Dai meccanici alle tlc, 5,9 milioni i lavoratori in attesa del contratto, in Il Sole 24 Ore, 22 aprile 2025, p. 17). Questi numeri sono destinati a salire se entro fine anno non ci saranno sostanziali rinnovi, considerando che entro il 2025 arriveranno a scadenza i contratti di diverse categorie: legno arredo, vetro, occhialeria, trasporto aereo e gomma plastica, tra gli altri.

 

A livello aziendale è da segnalare il Contratto Integrativo Aziendale del Gruppo Generali. Tra i numerosi punti, il rinnovo prevede anche una tantum pari a 850€, un incremento dell’8% del premio variabile, a regime, un incremento del welfare di 130 euro, oltre ad accordi relativi al time management e allo smart working (qui il comunicato congiunto).

È stata poi firmata l’ipotesi di accordo integrativo con Everli che riguarda 1800 lavoratrici e lavoratori nel settore delle consegne della spesa online. L’intento è quello di costruire un sistema di regolamentazione aziendale che valorizzi affidabilità, esperienza e qualità del servizio degli shopper (si veda il commento all’accordo di Daniel Zanda, pubblicato sul Bollettino ADAPT odierno).

 

Scioperi

 

Il sito della Commissione di garanzia della legge sulla attuazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali registra per il mese di aprile quattordici scioperi di rilevanza nazionale, di cui sei revocati. Cinque di questi quattordici scioperi sono stati indetti da federazioni di Cgil Cisl e Uil (uno revocato).

 

Tra i contratti in attesa di rinnovo, spicca per centralità nel dibattito pubblico, quello dei metalmeccanici Federmeccanica-Assistal, scaduto a giugno 2024. Le sorti del rinnovo – che coinvolge 1,5 milioni di lavoratori – sono anche influenzate dalle reazioni sindacali delle ultime settimane, in cui Fiom, Fim e Uilm hanno indetto scioperi e presidi. Le sigle sindacali hanno condannato come grave la chiusura di Federmeccanica che non si è dimostrata sufficientemente disponibile ad aprire il negoziato anche sulle rivendicazioni sindacali di aumento salariale ed estensione dei diritti dei lavoratori. Dal punto di vista economico i due fronti sono effettivamente distanti: da una parte Fiom, Fim e Uilm chiedono un aumento in busta paga di 280€, dall’altra, le imprese propongono un aumento definito in base all’inflazione di 173€, da adeguare sulla base del dato effettivo. Dalla rottura del tavolo di trattativa con Federmeccanica il 12 novembre, le sigle sindacali hanno indetto numerosi scioperi, tra cui quello del 16 marzo, di fronte all’azienda Leonardo di Nerviano, e quello del 23 aprile che ha previsto 8 ore di sciopero a livello nazionale. È delle ultime ore la notizia secondo la quale, dopo più di 30 ore di scioperi, l’azienda Baker Hughes – Nuovo Pignone avrebbe chiesto ufficialmente a Federmeccanica di riaprire la trattativa.

 

Politica e rappresentanza

 

Continua la campagna mediatica della Cgil per portare attenzione ai quattro quesiti referendari sul lavoro, su cui si voterà l’8 e 9 giugno, in concomitanza anche con il quesito sulla cittadinanza. È del 23 aprile la notizia della programmazione di un presidio davanti alla sede Rai di via Teulada a Roma per il 29 aprile, in aperta protesta contro il silenzio sui media relativo ai referendum indetti dal sindacato. Sarà presente anche il segretario generale Cgil Maurizio Landini.

 

Il 9 aprile le imprese sono state convocate a Palazzo Chigi dal Governo in un vertice per discutere l’impatto dei dazi statunitensi imposti da Trump. Erano presenti delegati di Confartigianato, Confcommercio, Confimi industria, Legacoop e Coldiretti, ma non delle associazioni sindacali. Le reazioni dei leader dei sindacati non si sono fatte attendere: il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, ha reagito negativamente, sottolineando come il tema dei dazi non riguardi solo aziende e associazioni datoriali, ma anche i lavoratori e reclamando una convocazione anche dei sindacati a Palazzo Chigi. Anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, si dichiara preoccupato per l’assenza di dialogo tra governo e sindacati sulla questione dei dazi, criticando la scelta di prediligere un confronto esclusivo con gli imprenditori. Diversa è stata la reazione di Daniela Fumarola – segretaria generale della Cisl – che concorda con il governo nella scelta di consultare inizialmente le associazioni datoriali, pur sottolineando come in una seconda fase sia necessario costruire un patto sociale anche con il sindacato.

 

Dopo la scomparsa di Papa Francesco lo scorso 21 aprile, si sono succeduti i messaggi di cordoglio dei leader sindacali. Comune a tutti è il ricordo di un papa che abbia saputo portare attenzione ai temi del lavoro. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, nell’esprimere la sua tristezza per la scomparsa del Santo Padre, sottolinea il suo impegno per la pace, contro le carestie e per la fratellanza e ricorda sentitamente l’incontro tra il Papa e oltre cinquemila delegati Cgil nel dicembre 2022. Ugualmente sentito il messaggio di Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, che sottolinea la capacità comunicativa e la vicinanza agli ultimi di Papa Francesco, nonché il suo impegno contro le guerre. Il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, nelle sue parole di cordoglio, ricorda anche l’attenzione del Papa nella denuncia delle morti sul lavoro e la sua sollecitudine verso i bisogni degli ultimi. Parole di vicinanza anche da parte di Paolo Capone, leader della Ugl, che sottolinea come le parole del papa continueranno ad ispirare l’impegno quotidiano del sindacato.

 

Crisi aziendali

 

STMicroelectronics dichiara a rischio 1.500 posti di lavoro nello stabilimento di Agrate Brianza, durante il tavolo convocato dalla Regione Lombardia. Grazie a pensionamenti anticipati ed altre misure, i licenziamenti non dovrebbero tuttavia superare gli 800 lavoratori. Gli assessori Guido Guidesi (sviluppo economico) e Simona Tironi (lavoro) si sono dichiarati contrari al piano industriale e sono nettamente negative anche le reazioni dei sindacati. Fim, Fiom e Uilm non accettano il piano: Vittorio Sarti – segretario Uilm Lombardia – ha dichiarato di ritenere inaccettabile che un’azienda che è sostenuta da fondi del governo italiano e francese, nonché dal Pnrr dichiari degli esuberi.

 

È del 23 aprile la notizia del raggiungimento di un accordo sindacale fra Borromini Srl con Confindustria Verona e la FIOM CGIL di Verona, relativo alla cessazione delle attività dello stabilimento di Colognola ai Colli (VR). L’accordo arriva in seguito a numerosi tavoli di crisi aperti come conseguenza della procedura di licenziamento collettivo per 47 dipendenti. Grazie all’accordo, l’azienda si impegna a non procedere con licenziamenti unilaterali, le uniche uscite previste saranno quelle volontarie.

 

Maria Carlotta Filipozzi

ADAPT Junior Fellow

 

Per una storia della Contrattazione Collettiva in Italia/264 – Il rinnovo della Parte Generale del CCNL Trasporto Aereo: novità in tema di welfare e conciliazione nel settore dei trasporti

di Francesco Alifano, Cristina Astolfi, Alessandra Della Vecchia, Marta Migliorino, Chiara Nardo, Sara Prosdocimi, Fabrizio Simonini, Arianna Zanoni

 

Contesto del rinnovo

 

Il 7 febbraio 2025 è stato rinnovato, con riferimento alla Parte Generale, il CCNL Trasporto Aereo (cod. CNEL I810), con validità dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2027. L’accordo è stato sottoscritto, per la parte datoriale, da Assaeroporti, Aeroporti 2030, Assaereo, Assohandlers, Assocontrol, Federcatering e Fairo, e, per la parte sindacale, da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo. Si tratta di un contratto collettivo nazionale che, stando ai dati di flusso Uniemens, trova applicazione per 652 imprese e per 49.468 lavoratori.

 

La piattaforma per il rinnovo, approvata  a dicembre 2024, si articolava in una parte generale e sei sezioni specifiche, dedicate rispettivamente alle imprese iscritte alle diverse associazioni datoriali che rappresentano ciascuna un diverso comparto tra quelli che compongono il settore del trasporto aereo: Assaereo, per il personale di terra e di volo delle compagnie aeree; Assocontrol, per il personale delle società fornitrici di servizi per il traffico aereo; Assaeroporti, per i dipendenti dei gestori aeroportuali; Assohandlers, per gli addetti alle attività di handling e merci; Fairo, per il personale delle compagnie aeree straniere; e Federcatering, per gli addetti alla ristorazione di bordo. Le trattative per il rinnovo, dunque, si sono focalizzate su aspetti fondamentali delineati nella piattaforma, tra cui il welfare – con l’estensione della previdenza complementare e il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa – il miglioramento delle condizioni retributive, la garanzia di un’occupazione stabile e di qualità, con particolare attenzione all’applicazione della clausola sociale, e il potenziamento della contrattazione collettiva, sia a livello nazionale che di secondo livello.

 

Il rinnovo della Parte Generale, quindi, costituisce il presupposto per i rinnovi delle singole Parti Specifiche e si propone di affrontare le complesse dinamiche del trasporto aereo nazionale, riconoscendo il ruolo centrale del CCNL e la strategicità del sistema di relazioni industriali come strumento di confronto e partecipazione nei processi settoriali e aziendali, in un settore che conta poco meno di 10.000 lavoratori e 32 aeroporti, e che nel 2024, con oltre 197 milioni di passeggeri transitati negli aeroporti italiani, ha stabilito il nuovo record di settore superando il precedente del 2019 con 192 milioni di passeggeri. Nel rinnovo, viene, quindi, promossa una logica di filiera che, da un lato, supporti la competitività delle imprese e, dall’altro, garantisca attenzione alle condizioni di lavoro, alla valorizzazione delle professionalità e allo sviluppo delle competenze.

 

Parte economica

 

Il rinnovo della Parte Generale non ha disposto particolari innovazioni per quanto attiene agli elementi retributivi, regolati principalmente dalle Parti Specifiche. È da segnalare, in ogni caso, un intervento sugli articoli, che, in Parte Generale, fanno riferimento al trattamento economico. In particolare, all’articolo 38, in materia di previdenza complementare, viene sottolineato l’impegno delle parti collettive nella valorizzazione, nelle singole Parti Specifiche del CCNL, della previdenza complementare e delle prestazioni accessorie.

 

Parte normativa

 

Le parti collettive, invece, sono intervenute in maniera più incisiva sulla parte normativa del contratto collettivo. Il rinnovo del CCNL Trasporto Aereo, in particolare, introduce misure di armonizzazione per adeguare la normativa contrattuale alle più recenti modifiche legislative intervenute dal 2019, anno dell’ultimo rinnovo.

 

Per ciò che attiene alla tutela delle categorie fragili e all’inclusione, all’art. 19 viene posta attenzione particolare alla tutela della disabilità, rispetto alla quale le parti s’impegnano a definire nelle Parti Specifiche dell’accordo principi chiari che garantiscano con certezza la durata del periodo di comporto, introducendo criteri differenziati in relazione alle specifiche condizioni individuali di disabilità.

 

Un’altra innovazione si registra all’art. 20 che disciplina i permessi di studio per lavoratrici e lavoratori studenti: vengono estesi tali permessi ai dipendenti assunti a tempo indeterminato che intendano frequentare corsi di laurea o di specializzazione post-universitaria, presso università legalmente riconosciute, purché condivisi con l’azienda e compatibili con le esigenze di servizio.

 

All’art. 21, inoltre, vengono introdotti permessi per lavoratrici inserite in percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, contemplando il diritto di astenersi dal lavoro per motivi connessi al suddetto percorso di protezione. Tale congedo può essere usufruito, ai sensi dell’art. 24, D. Lgs. n. 80/2015, su base oraria o giornaliera nell’arco temporale di tre anni per un periodo massimo di tre mesi. La Parte Generale rinvia per la definizione delle modalità applicative del congedo alle singole Parti Specifiche.

 

Per quanto riguarda la tutela della maternità e della paternità, all’art. 22 è introdotta la possibilità di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo il parto, entro i cinque mesi successivi. Si disciplinano inoltre, in conformità alle ultime novità legislative, il congedo di maternità in caso di adozione o affidamento di un minore e il congedo obbligatorio di paternità.

 

Per quanto attiene al lavoro a termine, disciplinato dagli artt. 28, 28-bis e 28-ter del contratto collettivo, due sono i rilievi degni di nota. Anzitutto si registra il mancato esercizio della delega ex art. 19, lett. a, D. Lgs. n. 81/2015: la Parte Generale, infatti, non ha previsto le causali per ricorrere al lavoro a tempo determinato, con la conseguenza che, se non previste dalle Parti Specifiche o dalla contrattazione decentrata, non potranno essere attivati contratti a termine di durata superiore a 12 mesi se non secondo quanto disposto dalle lett. b e b-bis dello stesso art. 19. In secondo luogo, è da sottolineare come, ai fini del contratto, siano considerate stagionali le attività che richiedono intensificazione lavorativa in determinati periodi dell’anno e quelle legate ai cicli stagionali del settore, con un importante rinvio alle singole Parti Specifiche del contratto per la definizione delle specifiche modalità applicative.

 

Novità si registrano anche all’art. 31 in materia di lavoro agile. In particolare, è previsto che lo smart working possa essere regolato su base individuale, nel rispetto di eventuali regolamenti aziendali e della contrattazione decentrata. In questo senso, quindi, per dare il maggior spazio all’autonomia individuale, si prevede anche che gli accordi di lavoro agile stipulati prima del rinnovo del CCNL restino validi. Ai lavoratori agili, inoltre, è riconosciuto il diritto alla disconnessione ex art. 2, comma 1-ter, D.L. n. 30/2021.

 

In tema di formazione continua, all’art. 32 viene prevista la possibilità per le aziende di dotarsi di piattaforme on-line per l’apprendimento della lingua inglese, alle quali i dipendenti potranno accedere su base volontaria al di fuori dell’orario di lavoro.

 

Meritevole di attenzione anche l’art. 33-bis, che disciplina il rapporto fra nuove tecnologie e tutela dei diritti dei lavoratori: le parti, preso atto dei processi di digitalizzazione e automazione e dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, intendono favorire percorsi volti ad incentivare nelle aziende l’utilizzo di sistemi e strumenti tecnologici, nel rispetto delle disposizioni sulla privacy a tutela dei dati personali dei lavoratori.

 

Di rilevante interesse, infine, l’art. 37-bis, dedicato a ferie e permessi solidali: l’istituto della banca delle ore solidale può essere introdotto ed utilizzato da ogni azienda attraverso regolamentazioni stipulate e/o adottate in sede aziendale.

 

Parte obbligatoria

 

La nuova versione del CCNL Trasporto Aereo presenta novità meritevoli di segnalazione anche nella sua parte obbligatoria.

 

A riportare il maggior numero di integrazioni è l’articolo 1, precisamente al punto A. Innanzitutto al novero di obiettivi che l’Osservatorio Nazionale del settore trasporto aereo deve perseguire, ne vengono aggiunti due nuovi: l’incremento della competitività e attrattività del settore aereo e la piena valorizzazione del lavoro. Sempre al punto A, il contratto conferma la sua versione precedente nella misura in cui prevede che le parti, nell’ambito dell’Osservatorio, siano tenute ad incontrarsi almeno ogni 6 mesi, mentre introduce una novità nel dare alle stesse la possibilità di convocare ulteriori incontri nel corso dell’anno al fine di rispondere a specifiche esigenze, su richiesta congiunta di almeno quattro componenti e nel rispetto del Regolamento.

 

Da rilevare è, altresì, la nuova attenzione che l’ultima versione del CCNL Trasporto Aereo dedica alla transizione ecologica e digitale del settore: infatti, l’articolo 1, al punto A, aggiunge che, nel rispetto dell’Agenda ONU 2030, dell’Accordo di Parigi e dei successivi provvedimenti tesi al raggiungimento della neutralità climatica, nell’ambito dell’Osservatorio le parti devono valutare anche le azioni atte a favorire lo sviluppo sostenibile dell’attività aerea e che l’Osservatorio deve analizzare anche gli impatti della digitalizzazione e delle nuove tecnologie sull’organizzazione del lavoro.

 

In linea con la rinnovata attenzione al tema della sostenibilità dei trasporti aerei, il nuovo CCNL, sempre al punto A, inserisce i nuovi compiti che l’Osservatorio Nazionale deve svolgere, che nel precedente contratto non erano contemplati: l’elaborazione di proposte e avvisi comuni sulla base delle esigenze del trasporto aereo, la promozione e l’organizzazione di incontri periodici per discutere dei problemi di sostenibilità e delle azioni da adottare, la promozione di iniziative formative per diffondere la cultura delle sostenibilità, l’analisi dell’andamento dei principali fattori e degli indicatori per la sostenibilità sociale e ambientale, la valutazione degli assetti utili a promuovere una maggiore sostenibilità sociale ed ambientale delle attività aziendali, l’analisi e la promozione di nuove modalità ad incentivo della professionalità green e del contributo dei singoli e dei gruppi al perseguimento di obiettivi di salvaguardia ambientale.

 

L’articolo 1 del nuovo CCNL introduce poi il punto D, rubricato “Disciplina dei luoghi di perfezionamento delle conciliazioni in sede aziendale sancendo la validità e l’efficacia delle procedure di conciliazione avvenute in modalità telematica o per mezzo di collegamenti audiovisivi, nonché di quelle svolte presso i locali aziendali o delle associazioni datoriali alla presenza di soggetti qualificati.

 

Da ultimo, si nota che l’articolo 2 del nuovo CCNL, nel suo primo capoverso, opera uno specifico riferimento alle “Lavoratrici”, mentre il CCNL precedente si limitava genericamente ai “Lavoratori”: è la prova di un’acquisita sensibilità delle parti circa la questione della parità di genere nel settore lavorativo del trasporto aereo.

 

Per quanto riguarda i diritti sindacali, è da evidenziare che, all’art. 6 del CCNL, relativo alle assemblee sindacali, si aggiunge la possibilità di affissione degli avvisi di convocazione anche in bacheche elettroniche, superando la dicitura generica di “albi aziendali” utilizzata nella precedente versione.

 

Nel rinnovo del CCNL, inoltre, è stato inserito un art. 11-bis, che interviene in materia di misure antidiscriminatorie e di contrasto delle aggressioni, impegnando le parti collettive ad adottare protocolli che individuino innovazioni tecnologiche e best practice orientate a prevenire discriminazioni e aggressioni del personale aeroportuale, aumentandone la sicurezza.

 

Il rinnovo contrattuale aggiunge anche l’art 11-ter, che fissa il termine del 30 giugno 2025 entro cui le parti si sono impegnate a siglare un avviso comune sulla tematica dei lavori gravosi e usuranti.

 

È poi da segnalare un intervento sull’art. 12, che prevede ora un aumento delle ore di permessi retribuiti destinati agli RLS che passano da 40 (o 60 in caso di attività di sito) a 72 all’anno (senza distinzioni nelle attività), salvo condizioni aziendali più favorevoli o diverse previsioni all’interno delle Parti Specifiche del CCNL. Restano in ogni caso non imputati a questo monte ore i permessi per gli adempimenti previsti dall’art. 50, lett. b, c, d, g, i, l, D. Lgs. n. 81/2008.

 

In ultimo, il rinnovo contrattuale prevede, all’articolo 40, l’impegno delle parti a costituire una Cassa sanitaria di settore che si occuperà di erogare prestazioni sanitarie integrative.

 

Valutazione d’insieme

 

L’intesa raggiunta conferma il ruolo centrale del CCNL come strumento di regolamentazione del settore, volto a garantire un sistema di regole condivise tra imprese e lavoratori del settore. Come sottolineato da Fit Cisl, inoltre, “l’intesa rende più solido l’impianto normativo e, soprattutto, stabilisce una scadenza specifica della Parte Generale che non è subordinata al rinnovo delle altre sezioni che compongono il Ccnl”.

 

L’accordo prevede, infatti, misure di armonizzazione per recepire le evoluzioni legislative intervenute dal 2019 in materia di tutele sociali e lavoro. Particolare rilievo è dato al potenziamento dell’Osservatorio Nazionale del Trasporto Aereo, con il compito di monitorare l’andamento del settore e approfondire temi chiave, tra cui lo sviluppo sostenibile, l’impatto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale sull’organizzazione del lavoro. Sul versante del welfare, viene avviato il percorso per l’istituzione di una cassa sanitaria di settore, a conferma dell’attenzione al benessere fisico e psichico dei lavoratori. Tra le ulteriori tematiche affrontate figurano il lavoro agile, le ferie solidali, il sostegno alla formazione universitaria e specialistica, la tutela delle disabilità, le politiche antidiscriminatorie e per la parità di genere, nonché misure per contrastare le aggressioni ai lavoratori aeroportuali. 

 

Le Parti esprimono soddisfazione per il rinnovo, considerandolo un passo significativo non solo per il trasporto aereo, ma per l’intero comparto dei trasporti e il mondo del lavoro. Nonostante si siano raggiunti importati risultati, sottolineano ancora i sindacati, “è necessario però sottoscrivere le sezioni del contratto le cui trattative sono state avviate come per gestori aeroportuali, le compagnie aeree straniere aderenti a Fairo e Assocontrol ed avviare le trattative nelle altre sezioni a partire dai vettori e dalle manutenzioni”, con l’obiettivo, afferma infine la Filt Cgil, “di raggiungere entro l’anno un accordo per il rinnovo tutte le sezioni del contratto, prevedendo aumento dei salari e il miglioramento delle condizioni di lavoro a partire dalla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro”.

 

Francesco Alifano

Assegnista di ricerca in Diritto del Lavoro – Università di Modena e Reggio Emilia

@FrancescoAlifan

Cristina Astolfi

Adapt Junior Fellow

 

Alessandra Della Vecchia

Apprendista di ricerca Adapt

@Alessandra64683

Marta Migliorino

Adapt Junior Fellow

 

Chiara Nardo

PhD Candidate ADAPT – Università di Siena

@Chiaranardo00

 

Sara Prosdocimi

Adapt Senior Fellow

@ProsdocimiSara

 

Fabrizio Simonini

 PhD Candidate ADAPT – Università di Siena

@FabrySimonini

Arianna Zanoni

PhD Candidate ADAPT – Università di Siena

@AriZanoni